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In questo articolo scoprirai come l’autoironia ti aiuterà a smorzare tensioni, sdrammatizzare situazioni imbarazzanti e rendere più divertente la tua vita.
Una mattina esco di casa di fretta, parcheggio davanti al bar dove mi fermo a fare colazione e quando vado per pagare caffè e brioche mi accorgo di aver dimenticato il portafoglio in macchina.
Esco un po’ scocciato, in corsa e già in ritardo, apro lo sportello della macchina a testa bassa cercando le monete sul sedile.
Noto qualcosa di strano ma non mi sconvolgo troppo e continuo a cercare le monete dove mi cadono sempre, quando penso “eppure il colore di quel tappetino me lo ricordavo diverso e anche il tessuto di questo sedile non sembra esattamente il solito”.
A quel punto il sospetto è troppo forte, metto la testa fuori dall’abitacolo della macchina e mi accorgo che un tipo un po’ perplesso mi sta osservando dalla vetrina del bar. A quel punto il flash: “non è la mia macchina!” La mia dello stesso tipo e colore era parcheggiata a fianco.
È in queste situazioni, che invece di sentirmi come un ladruncolo beccato con le mani nel sacco, colgo il lato assurdo e comico di certe situazioni. Che tra l’altro a me capitano con una certa frequenza. 🙂
La lettura di questo articolo ti aiuterà a:
✔️ Migliorare il tuo umore e quello delle altre persone.
✔️ Rendere la vita più semplice e divertente.
✔️ Assumere un atteggiamento costruttivo e motivante.
Cos’è l’autoironia?
L’autoironia è la capacità di ridere di se stessi e del proprio comportamento. Può essere un utile strumento per smorzare tensioni o sdrammatizzare situazioni imbarazzanti.
Questa capacità viene spesso sottovalutata e non tutti riescono a ridere delle proprie sventure o dei propri errori, finendo così con il prendersi troppo sul serio. Saper sorridere di se stessi è una bella medicina alle manie di esibizione del nostro ego che farebbe di tutto per apparire più importante di quello che è.
La capacità di ridere e far ridere gli altri è una delle colle più potenti nei rapporti e nelle relazioni ed è inoltre associata a una serie di benefici positivi tra cui proprio quello di alzare l’umore. Per leggere l’articolo sul buonumore clicca qui.
Perché l’autoironia è importante?
Nel primo studio di questo tipo Ursula Beermann dell’università della California e Willibald Ruch dell’università di Zurigo hanno studiato 70 studenti di psicologia per misurare la loro capacità di ridere di se stessi.
I risultati supportano ciò che da lungo si supponeva: essere capaci di ridere di se stessi non è solo un tratto del carattere ma è anche collegato con l’avere una personalità ottimista, con il buon umore e può essere la base per un migliore senso dell’umorismo.
Si cresce davvero la prima volta che si ride di se stessi. Ethel Barrymore Tweet
Charlie Chaplin: un caso esemplare.
Chaplin rappresenta il caso esemplare, e anche un po’ estremo, di come l’autoironia possa aiutare a sdrammatizzare le difficoltà della vita.
Egli fu in grado di trasformare le tragedie della sua vita in film comici capaci di far ridere il mondo, esorcizzando i suoi drammi personali con un umorismo di tipo dissacrante che mischiava il drammatico e il comico.
Chaplin infatti non ebbe una vita facile, visse un’infanzia di povertà, il padre morì alcolizzato quando aveva 14 anni, la madre fu rinchiusa in un ospedale psichiatrico e subì così l’abbandono .
Nel 1914 nacque il personaggio che lo rese famoso. Chaplin decise il costume d’impulso, voleva qualcosa di incongruo… scelse un cappello piccolo, scarpe grandi, pantaloni sformati e una giacca stretta. Il costume evocò il personaggio.
Charlot il vagabondo.
Con le seguenti parole Chaplin descrisse il personaggio:
“Vedete, questo è un individuo multiforme, un vagabondo, un gentiluomo, un poeta, un sognatore, un uomo solitario, sempre in cerca di nuove avventure.
Vorrebbe farvi credere che è uno scienziato, un musicista, un duca, un giocatore di polo. Però non disdegna di raccattare cicche o di rubare una caramella a un bambino. E, naturalmente, se l’occasione lo giustifica, sarà anche capace di prendere una signora a calci nel didietro: ma solo in casi estremi!.
(Charlot) mi permette di esprimere la mia concezione dell’uomo medio, dell’uomo comune, la concezione di quasi tutti gli uomini, di me stesso. La bombetta troppo piccola rappresenta lo sforzo accanito di poter essere dignitoso.
I baffi esprimono vanità. La giacca abbottonata stretta, il bastoncino e tutto il comportamento del vagabondo rivelano il desiderio di assumere un’aria galante, ardita e disinvolta.
Egli cerca di affrontare il mondo, di andare avanti a forza di bluff: e di questo è consapevole. E ne è così consapevole che riesce a ridere di se stesso e anche a commiserarsi un po’.“
(Charlie Chaplin)
La gente si chiedeva da dove gli fosse venuta l’idea del costume del vagabondo. La risposta era semplice: dalla povertà. In Inghilterra c’erano tanti senza tetto vestiti lisi e sporchi che però indossavano la cravatta, in altre parole avevano sempre una dignità che è la chiave di quel personaggio.
L’idea della sua particolare camminata invece Charlie la ebbe osservando un carrettiere che aveva dei piedi così gonfi per via dei calli che era costretto a tagliare gli stivali per provare sollievo. Così Chaplin ebbe l’idea della sua camminata, una camminata dolorosa dalla gente della strada, che è uno degli aspetti che più contraddistingue il personaggio.
L’autoironia nei confronti di situazioni ciniche e drammatiche lo aiutò a smorzare la tensione delle difficoltà. Chaplin ridicolizzò la crudezza della povertà che aveva vissuto sconfiggendola attraverso il potere della risata.
L’umorismo per Chaplin divenne uno strumento per poter sfuggire dalla realtà reinterpretandola sotto il suo lato comico e assurdo.
Oltre a usare questo stile autoironico per le vicende della sua vita personale lo fece anche per i tempi cinici e bui che il mondo stava vivendo attraverso film come “Il grande dittatore” dove prende in giro le manie di grandezza di Hitler o in “Tempi moderni” dove dipinge il lato assurdo dell’industrializzazione.
L’importanza dell’ironia nella tua vita
Ovviamente il caso di Chaplin è un pò estremo ma può insegnarci un’importante lezione, proprio come dice Chaplin:
“In un eccesso di serietà si annida sempre l’assurdo”
Voglio a tal proposito proporti un esercizio che riprende quello proposto da Paul McGhee, presidente della Laughter Remedy in Delaware. McGhee con il suo contributo scientifico nel campo delle ricerche sull’umorismo ha messo in luce l’importanza di portare più ironia nelle nostre vite.
Il libro di Paul McGhee “Humor as Survival Training for a Stressed-Out World: The 7 Humor Habits Program” parla di come allenare questa importante abitudine: l’umorismo.
Come portare più ironia nella tua vita in 4 passi:
1) Identifica i tuoi “punti sensibili”.
Tutti abbiamo dei punti sensibili, potrebbero essere qualche chilo di troppo, essere un po’ smemorati, ecc. Fai una lista di questi punti sensibili; diventarne consapevole è il primo passo per essere capace di riderci su.
2) Condividi i tuoi momenti imbarazzanti.
Condividi qualcosa della lista con qualcuno. Il modo migliore per non prendersi troppo sul serio è di raccontare ridendoci su quegli episodi in cui ti sei sentito in imbarazzo per qualche errore commesso o per qualche “incidente” di percorso.
Non provare a renderlo spiritoso semplicemente racconta semplicemente a qualcuno che sei sensibile a quell’argomento.
3) Impara una barzelletta sui tuoi “punti sensibili”.
Questo ti aiuterà a vivere con maggior leggerezza gli “incidenti” imbarazzanti collegati a questi tuoi punti sensibili.
Per esempio se pensi di essere smemorato e la cosa ti mette in imbarazzo potresti considerare di raccontare una storiella come questa: C’è una coppia di pensionati, entrambi sentono che la loro memoria sta peggiorando.
Stanno guardando la televisione quando una pubblicità inizia, la moglie dice, “tesoro, sto andando a prendere del gelato, ne vuoi un po’?” “Si grazie, mi andrebbe proprio…ma forse è meglio se te lo scrivi, potresti dimenticartelo”. Lei risponde scocciata: “me lo ricorderò sicuramente!”.
Così esce per andare a fare la spesa e quando finalmente torna gli porta un piatto di uova. Lui la guarda con rassegnazione e le dice “hai visto…te l’avevo detto che ti saresti dimenticata il toast!”
4) Preparati una risposta divertente generica.
Pensando in anticipo a qualcosa con cui tu ti senti a tuo agio potresti diventare capace di esorcizzare la situazione e scherzarci su anche se ti senti terribilmente imbarazzato.
Ogni commento spontaneo può farti prendere meno sul serio l’impaccio del momento, per esempio se hai dimenticato qualcosa potresti usare una frase per sdrammatizzare come “non posso dimenticarmi la testa fino a che mi rimane attaccata al collo”.
Non è per forza divertente ma è un modo scherzoso per alleggerire la tensione del momento consentendoti di lasciarti di buon umore e più leggero perché hai appena fatto una piccola risata di un tuo sbaglio.
Ogni sublime umorismo comincia con la rinuncia dell’uomo a prendere sul serio la propria persona. Hermann Hesse Tweet
Altri consigli per prenderti meno sul serio
Ecco altri tre consigli aggiuntivi per coltivare il potere dell’autoironia.
✔️ Prova a ridere delle situazioni piuttosto che lamentartene. Cerca il lato comico di una situazione che ti appare negativa e scopri il lato “assurdo” della vita. Prova a pensare alla situazione più imbarazzante che ti sia capitata.
La sfida consiste nell’affrontarla in modo diverso e trovare un lato comico a tutte quelle situazioni che possono averti fatto sentire in imbarazzo. Questo piccolo esercizio ti aiuterà a migliorare l’umore tuo e delle persone che ti sono vicine.
✔️ Riempi l’ambiente con reminder. Tieni un giocattolo o qualche oggetto buffo sulla scrivania o in macchina. Appendi un poster divertente in ufficio, scegli uno screensaver per il computer che ti faccia ridere.
✔️ Ritrova il bambino che è in te. I bambini sono degli esperti nel prendere la vita con leggerezza e ridere delle “disavventure”, riscopri il tuo bambino interno.
Per concludere
L’autoironia usata intelligentemente è una preziosa risorsa per mettere in una prospettiva più costruttiva quello che ti accade e rendere la vita più “leggera” e divertente.
Del resto proprio come ci ha insegnato Chaplin, un giorno senza un sorriso è un giorno perso. Forse, anche noi dovremmo prendere esempio dalle sue parole e imparare a sorridere delle nostre difficoltà.
P.S Ti è mai capitato un incidente imbarazzante, tipo il mio? perchè non provi a seguire il passo 2 dell’esercizio e raccontarlo nei commenti?
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Un Iper-abbraccio 😉 ✌️
A me succede continuamente. Proprio ieri ho sentito suonare, ho aperto la porta di casa pensando che fosse mia figlia, e invece era una signora che era venuta a vedere dei gattini che volevo dare in adozione. Peccato che io in quel momento ero senza pantaloni perché uno dei gattini mi aveva appena fatto la pipì sui jeans! Ho mostrato i gattini alla signora in camicia e mutande! Per fortuna la camicia era abbastanza lunga 🙂
Ahah, salvata dalla camicia 🙂
Be a me una volta e’ capitata una situazione buffa: ero giovane, stavo eseguendo un lavoretto di verniciatura vicino al campo di calcio del paese, faceva caldo, ad una certa ora pensai di andare a bere un po d’acqua fresca da una fontanella che vedevo non molto distante. Solo che per arrivarci dovetti scavalcare un cancello in metallo alto circa 3 mt.. Al ritorno verso il luogo di lavoro mi riavvicinai al cancello per scavalcarlo, quando mi accorsi che il cancello era stato collocato sul posto da poco e che non vi era stata collegata nessuna recinzione! Immaginatevi la mia… Continua »
Buongiorno a tutti!
Sono un’artista in figure di me.da! Magari non è un episodio che di per sé è divertente, ma mi sbellico dal ridere da sola…avvolte per un’intera giornata
Ciao Barbara, se continui a riderci su reagisci nel modo migliore allora 🙂
anche io ho collezionato certe gaffe nella mia vita.. ….meglio riderci su:-)
Il senso dell’articolo è questo 🙂
Devo dire che anche a me è successo il fatto della macchina,sono andata li con le chiavi e non si apriva chissa perchè…;D poi avevo parcheggiato in un parcheggio grandissimo di un ipermercato e non latrovavo più non avendo letto il numero della corsia, 20 minuti per trovarla mamma mia ahahhahahaha
Ciao DannyZ, anche a me è successo un incidente simile al tuo, solo che, per mia fortuna, l’auto che stavo tentando insistentemente di aprire non si apriva, così non contenta chiamai un mio amico e lui mi suggerì di guardare bene quell’auto perchè forse non era quella mia! in effetti guardandola meglio mi resi conto, con notevole imbarazzo, del terribile errore e della figura di m… che avevo fatto proprio con il ragazzo che a quei tempi mi interessava non poco! Penso che il mio amico abbia riso a crepapelle ed io ogni volta che lo incontravo gli leggevo quel… Continua »
Direi che di figuracce ne ho fatte un bel po’, soprattutto in un periodo della mia vita in cui (leggermente cecata) non amavo portare gli occhiali… per cui non riconoscevo le persone che mi salutavano e non rispondevo. Dopo un po’, per evitare di passare da maleducata, ho iniziato a salutare chiunque vedevo scuotere la mano… con il risultato che salutavo anche persone che cercavano di fermare un taxi. No comment!
Comunque, per la cronaca, ho iniziato a portare gli occhiali!
Io anche ne ho collezionate davvero tante ma ogni volta se ci penso mi fa piacere raccontarle….parlarne con gli altri può essere anche un modo per trasformare il limite della figuraccia in risorsa per arrivare prima agli altri e con simpatia ☺️
Grande articolo! Ho sempre avuto un amore sconfinato per “Luci della città”, per la sua intensità e poesia. Il tuo racconto su Chaplin mi ha sorpreso e offerto un nuovo punto di vista su quelle intense emozioni che porto dentro di me come uno scrigno prezioso, così come le argute considerazioni sull’autoironia. Come diceva Antoine de Saint-Exupery, ” si vede solo bene con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”
Ciao Stefano, grazie per il commento.
Provo a seguire il passo 2? Non so, potrei scrivere infinite situazione imbarazzanti! 🙂 Anche se per fortuna sono abituato a riderci su, forse perché…effettivamente fanno proprio ridere!
Benvenuto nel club 🙂