- 123shares
- Facebook123
In questo articolo ti parlerò dell’autosabotaggio e di come imparare a difenderti da esso.
Ti è capitato di iniziare una dieta ma nonostante ciò continuare a cedere in modo miserabile di fronte al mascarpone? Oppure hai nel cassetto un sogno che continui a rimandare inventando le scuse più becere?
Probabilmente anche tu sei vittima di quello che per tantissime persone è uno dei freni più limitanti nella vita; l’autosabotaggio.
Le strategie che troverai in questo articolo ti aiuteranno a:
- Smettere di procrastinare e aumentare la tua produttività.
- Interrompere abitudini negative
- Smettere di darti la zappa sui piedi
Cos’è l’autosabotaggio?
È qualsiasi comportamento o pensiero che ostacoli il raggiungimento dei tuoi obiettivi. È il conflitto che esiste tra ciò che desideri e quello che spesso ti ritrovi a fare. È il classico bastone tra le ruote che però ti metti da solo. È come se dentro di te ci fosse un tiro alla fune costante tra quello che sai che è giusto fare e quello che invece al contrario fai 🙂
La storia di Sean Stephenson.
Sul tema dell’autosabotaggio ho recentemente finito di leggere “Get off your but” di Sean Stephenson.
Ho conosciuto la sua storia perché era uno dei relatori a un seminario sulle relazioni che guardai anni fa. Ricordo che mi stupì il fatto che a parlare di relazioni di successo fosse stata chiamata una persona che dal modo in cui appariva sembrava dover affrontare sfide molto più serie.
Mi bastò però sentirlo parlare per qualche istante per ricredermi. La sua ironia, il suo umorismo e il suo atteggiamento mi fecero capire che mi ero imbattuto in un’altra di quelle storie straordinarie come quella di Nick Vujicik.
Chi è Sean Stephenson?
Sean Stephenson è un motivatore americano ed è un esperto su come decostruire l’autosabotaggio. Sean è nato con una patologia genetica chiamata osteogenesi imperfetta in cui le ossa sono incredibilmente fragili. Il più leggero tocco le può rompere.
Quando nacque i dottori dissero ai suoi genitori che non avrebbe vissuto più di 24 ore. Oggi ha 37 anni ed è un modello di vita per molti, un esempio di come superare paure, insicurezze e scuse. Oltre ad aver vinto le battaglie che la vita gli ha messo davanti Sean ha anche scelto di aiutare gli altri a diventare più forti combattendo il loro sabotatore interno.
Metti a tacere i tuoi “ma”.
Sean è l’autore del libro “Get off your but. How to end self-sabotage and stand up yourself”, da cui sono stati estratti i 4 consigli anti autosabotaggio di questo articolo.
La sua strategia per decostruire l’ autosabotaggio consiste nel mettere a tacere i “MA”. I MA a cui si riferisce Stephenson sono ma di paura, ma di insicurezza e ma di scuse.
I ma possono essere le ragioni principali nel trattenerti dal raggiungere ciò che vuoi in questa vita. Alcuni dei ma più comuni sono:
- “vorrei andare in palestra ma non ho abbastanza tempo”
- “vorrei smettere di fumare, ma fumare mi rilassa”
- “vorrei cambiare lavoro ma ormai sono troppo vecchio”.
Ne conosci per caso qualcuno? 🙂
4 lezioni per uscire dai tuoi ma e smettere di autosabotarti.
Quelle che seguono sono 4 lezioni anti-autosabotaggio estratte dal libro di Stephenson.
1) Come parli a te stesso?
Come parli a te stesso? Com’è il dialogo interno di una persona che si sta autosabotando?
Mi piace la metafora che utilizza Sean per far capire che le parole sono più che solo lettere tenute insieme: “le parole sono pacchetti di emozioni”. Parole amorevoli possono farti sentire splendidamente, parole che feriscono possono essere tossiche per te.
Pensaci: se passassi tutto il giorno a spacchettare pacchetti tossici probabilmente ti intossicheresti anche tu.
Cosa dice quella vocina che vive dentro di te? Quella voce che continuamente parla, giudica, critica, che è sempre attiva sul background e che ti fa sentire triste e insicuro. Molte persone sono sotto l’effetto di questa vocina negativa e non sanno riconoscerla né gestirla.
E per scappare dal suo effetto distruttivo spesso trovano qualche strategia evasiva come guardare la tv, fare shopping estremo, ecc…
Alcune parole che le persone insicure si dicono sono ad esempio: “potrei anche essere bravo con le ragazze, ma sono troppo brutto”; “potrei anche fare un bel discorso ma non sono abbastanza sicuro”.
La tripla minaccia dei ma.
Nel libro Sean fa riferimento a una triplice minaccia su cui si basa il dialogo autosabotante: la triplice minaccia dei ma. Questi tre ma sono: Ma di paura, Ma di scuse, Ma di insicurezze e hanno il potere di impantanare le persone nel loro percorso.
- Affronta i ma di paura. Alcuni esempi di questo dialogo interno sabotante sono: “ma se fallissi?”, “ma se facessi brutta figura?”, “ma se deludessi qualcuno?” Qualsiasi frase che inizi con “ma se…” è spesso un tentativo della paura di inserirsi nella tua vita.
- Affronta i ma di scusa. I ma di scusa vengono usati per razionalizzare la mancanza di attività o partecipazione: “ma non ho tempo”, “ma non ho soldi”, “ma non ho abbastanza energie”. Sono questi i ma che ti forniscono alibi e ti permettono di continuare a poltrire senza troppi sensi di colpa 🙂
- Affronta i ma di insicurezza. I tuoi ma di insicurezza sono legati a considerazioni negative che fai su te stesso, come ad esempio: “ma non sono abbastanza attraente”, “ma non sono abbastanza intelligente”, “ma non ho abbastanza talento”.
2) Padroneggia la tua sicurezza fisica.
Come sarà il linguaggio del corpo di una persona vittima dell’autosabotaggio?
Il modo in cui ti muovi, parli, guardi e cammini gioca un ruolo cruciale non solo nel modo in cui gli altri ti percepiscono ma anche nel costruire il tuo senso di sicurezza personale.
La sicurezza fisica è l’espressione esterna del tuo stato di confidenza interno. Pensa alla persona più sicura che conosci, torna indietro alla prima volta che l’hai incontrata. Quanto tempo ci hai messo a capire che era una persona sicura? Probabilmente meno di pochi secondi. Forse millisecondi.
Ora pensa alla persona più insicura e paurosa che tu abbia mai incontrato. Quanto tempo ci hai messo a capire che non era sicura di sé? Penso ti ci sia voluto più o meno lo stesso tempo.
Sean nella sua vita ha avuto modo di lavorare sia con Tony Robbins che con Bill Clinton e osservare il loro modo di comunicare sicuro e disinvolto. Qualsiasi cosa facessero veicolava questo messaggio “trasmetto potere”. Irradiavano sicurezza fisica. Sean racconta come anche lui volesse questo potere e cercò di fare suoi i loro modelli di comportamento.
Modella la sicurezza fisica.
Quello che puoi fare è trovare una persona sicura che conosci e provare a modellarti su di lei, termine piennellistico per dire estrarre le caratteristiche chiave e replicarle. Presta particolare attenzione al modo in cui questa persona si muove, il modo in cui sta in piedi, in cui sta seduta, il modo in cui parla, i gesti che fa.
Osserva ogni dettaglio del suo linguaggio del corpo. Poi chiudi gli occhi e immagina di fare lo stesso, di muoverti nello stesso modo. Sentirai un nuovo senso di potere nel tuo corpo e potrai anche accorgerti che la tua postura può cambiare.
3)Focalizzati sul positivo.
Ovviamente il focus di chi è sotto l’influsso dell’autosabotaggio sarà su aspetti negativi.
Smetti di cercare il blu.
Prova questo veloce esperimento con un amico. Mettiti di fronte a lui e chiedigli di focalizzarsi su qualsiasi cosa nella stanza che sia blu. Chiedigli di annotarsi mentalmente ogni oggetto blu che possa vedere nella stanza.
Quando ha fatto fagli chiudere gli occhi e chiedigli se ricorda di avere visto anche qualche oggetto di colore giallo (o qualsiasi altro colore che non sia blu). Probabilmente ti risponderà che non può perché il suo cervello era preso a focalizzarsi esclusivamente sul blu.
Questo è il modo in cui funziona la tua mente. Una volta che inizia a cercare esclusivamente il blu non riuscirà poi a trovare il giallo. Una volta che ti focalizzi esclusivamente su quello che non ti piace vedrai e ricorderai solo quello.
Programmati 15 minuti di autocommiserazione.
Nel libro Sean racconta che quando era piccolo se i suoi genitori lo sentivano autocommiserarsi gli dicevano: “Sean se vuoi dispiacerti per te stesso è ok” poi andavano in cucina e tornavano con un timer a forma di uovo e questa istruzione: “però Sean potrai farlo solo per 15 minuti, sei pronto? Ora.”
Naturalmente dopo 5 minuti di crogiolamento in un’ininterrotta autocommiserazione, era annoiato e voleva andare a giocare. E loro gli ricordavano che aveva altri 10 minuti da fare.
Questa tattica gli consentì di immergersi nell’autocommiserazione per un periodo di tempo specifico e limitato invece di trascinarsi in questo stato per l’intera giornata, settimana e tutto il tempo.
I genitori di Sean erano geniali 🙂
4) Scegli i tuoi amici saggiamente.
C’è un aspetto dell’autosabotaggio che spesso viene trascurato o non menzionato: può essere anche alimentato da chi frequenti.
Quando ti trovi in un ambiente ti lasci influenzare da esso, è quasi inevitabile. Il giusto gruppo di amici può essere la miglior risorsa per il tuo successo e il tuo benessere; il gruppo sbagliato, invece, può lasciarti a pezzi e mandarti fuori strada.
Attenzione anche agli “amici” su Facebook e alle pagine a cui sei iscritto. Come approfondirò in futuro, ciò che compare nella tua sezione notizie quotidianamente ha la capacità di influenzarti in modo inconscio e subdolo.
Purtroppo nei social il negativity bias dilaga e complice la mancanza di regole intelligenti, diverse pagine molto popolari sono basate sulla condivisione di post ispirati dal peggio del peggio del genere umano: cinismo, cattivo gusto, indifferenza e pseudo umorismo schifoso basato sul dileggio della vittima o del debole. Roba da fare rimpiangere la peggiore TV.
Proprio come un pesce rosso che nuota in un acquario di acqua ammalata inevitabilmente si ammalerà, un uomo che passa il suo tempo in un gruppo di persone tossiche si intossicherà.
Nel libro Sean usa una metafora molto chiara: la scuderia di formula 1 che ho trovato particolarmente carina. Immagina di essere ad una corsa di macchine di formula 1. Cosa succederebbe se la squadra non avesse in mente il miglior interesse della macchina?
Inizia a immaginare i diversi scenari:
- Il meccanico incaricato di cambiare i pneumatici arriva alla macchina a mani vuote e dice al pilota “scusa ma ho usato i nuovi pneumatici per la mia macchina”. Questo è il comportamento dell’opportunista.
- Il ragazzo che è incaricato di fare rifornimento alla macchina cammina fino al serbatoio e ci fa un buco dentro, e così ogni goccia di carburante finisce per terra. Questo è il comportamento del risucchiatore.
- Infine, una persona con una chiave inglese gigante inizia a frantumare il motore ridendo come un pazzo. Questo è il comportamento del distruttore.
Con una squadra di questo tipo non ci sarà modo per quel povero pilota di vincere la gara 🙂
Evita questi tre.
Vediamo un po’ meglio quali sono le tre tipologie di persone dalle quali tenersi alla larga, anche virtualmente.
- Evita gli opportunisti. Il meccanico che invece di mettere i pneumatici sull’auto in gara li aveva messi sulla sua macchina era un opportunista. Scommetto che conosci almeno una persona così, che magari ti chiama solo quando gli fa comodo. Forse lo tolleri anche, non farlo.Queste persone prendono più da te di quanto siano capaci di darti.
- Evita i risucchiatori. Ora parliamo del membro della squadra che faceva i buchi nel serbatoio. Questo è il risucchiatore. I risucchiatori si prendono la tua energia, portando drammi, buio e negatività nella tua vita. Dopo aver avuto a che fare con loro ti senti come se avessi bisogno di una spa per recuperare. C’è chi li chiama vampiri energetici. Sono quelle persone che parlano solo di cose negative, sbagliate e depressive.
- Evita i distruttori. Il meccanico che rompeva il motore con la chiave inglese era un Distruttore. Questi sono i peggiori. Cercano di distruggerti, a volte lo fanno inconsciamente ma altre volte lo fanno di proposito. Sono quegli “amici” che ti spingono a bere, che screditano il tuo lavoro, che demoralizzano i tuoi sogni, ti istigano a non rispettare la legge o a fare qualcosa di poco etico,..I Distruttori sono persone arrabbiate. Ti possono mentire in faccia, rovinarti un party a sorpresa che pianificavi da mesi, possono condividere i tuoi segreti in pubblico solo per metterti in imbarazzo. Beh mi auguro proprio che tu non abbia di queste persone nella tua vita :).
Il mio peggior nemico.
Per molto tempo sono stato il peggior nemico di me stesso.
Era come se in me ci fossero due parti: una fissava obiettivi positivi come mangiare più sano, essere meno spendaccione, smettere di fumare e andare a dormire ad un orario decente.
L’altra invece non vedeva l’ora di acquistare l’ultima diavoleria tecnologica, strafogarsi con la nutella, fumarsi una sigaretta, leggere fino alle 4.30 di mattina. A fanculo anche la mezzora di jogging, la farò domani.
Una tragedia. Indovina chi è che era a vincere più spesso in questo braccio di ferro interno?:-)
Ho vissuto con queste due forze contrastanti per tantissimo tempo. Poi fortunatamente ad un certo punto della mia vita riuscì a trovare quello che reputo il metodo più potente per sconfiggere gli autosabotaggi interni. Su questo metodo è basato il programma NeuroBooster.
Per concludere.
L’autosabotaggio se non riconosciuto e sconfitto può essere la ragione principale che ti trattiene dal raggiungere ciò che vuoi. Il mondo già presenta molti ostacoli esterni, la cosa peggiore è che tu ci metta del tuo per intralciarti ulteriormente. Le strategie appena condivise ti aiuteranno a tenere la zappa lontana dai tuoi piedi. 🙂
Cosa ne pensi dei consigli del nostro amico Sean? Sai riconoscere quali sono i tuoi “Ma” più ricorrenti? Sono curioso di scoprirli nei commenti 🙂
|
P.S. La realizzazione di questo articolo ha richiesto circa 2 giorni, tempo che ho sottratto dal mio passatempo preferito: difendere la terra dalle minacce aliene:-) Se hai trovato l’articolo utile e vuoi ringraziarmi per il tempo che ti ho dedicato, condividilo utilizzando i pulsanti sottostanti.
- 133shares
- Facebook123
- Twitter5
A presto
un tema abbastanza ricorrente e a cui non viene spesso data la giusta importanza purtroppo. Articolo fantastico! Mi impegnerò ancora di più per superare i miei “ma” ed evitare le 3 categorie su cui non avevo mai riflettuto!
Complimenti articolo molto interessante, pieno di spunti di riflessione. E la storia di Sean davvero illuminante
Condivido e mi riconosco ! Grazie
Ma di paura e ma di insicurezza! NOOOOOO: IO NON LI CONOSCO! Sono stata abbastanza credibile? Poco? Forse perchè non ho simulato un carattere di scrittura sicuro di sè! 😉
Li conosco e mi sabotano, ed il tiro alla fune dentro me stessa spesso è impegnativo!
Ma ho cercato di contornarmi di amici positivi; come si dice: pochi ma buoni!
Cerco di evitare le persone negative, i social negativi, perchè questo inquina anche la mia mente.
Quanto a trovare sicurezza … non ho ancora trovato il manuale delle istruzioni! Ma non mi arrendo e continuo a cercare!
Grazie per l’articolo!
Ciao Bruna, mi sembra che comunque tu stia facendo del tuo meglio. Avanti così 🙂
evitare tutti questi ma guastafeste la vedo come una cosa parecchio difficile ma…ci voglio provare. Ti farò sapere. Grazie
Ottimo Amalia, fammi sapere.
Il se e il ma
Se…, se…, se…,
…ma…, …ma…, …ma…
Se… questo…
Se… quest’altro…
Se… quello…
Se… quell’altro…
…Ma… di qua, …ma… di la’.
Quanti se e quanti ma…
Senza se e senza ma non si sogna.
Senza se e senza ma non si vive.
Lao Mei
Grazie, come sempre ottime parole e ottimi consigli. Tante volte ci si perde, ci va un attimo. Continuiamo a esplorarci e migliorarci ogni giorno di più 😉
Ciao Luca, grazie. Avanti con l’esplorazione 🙂
Ciao! Articolo interessante è pieno di spunti. Grazie!
Solo un appunto (scusa la pignoleria): L’opportunista prima usa gli pneumatici e, dopo poche righe, usa i pistoni. O forse trattasi di mega-opportunista? :))
Ah ah, vero non mi ero accorto, deve essere di sicuro un mega-opportunista. Comunque adesso sistemo, almeno i pistoni lasciamoglieli 🙂
Come al solito grazie non vedo l’ora di mettere in pratica queste tecniche e vedere i benefici che avranno su di me
Ciao Alessio, grazie, fammi sapere i risultati della messa in pratica 🙂
I miei MA sono perlopiù suddivisi da 70% paura e 30% insicurezza..
Bellissima e veritiera la parte sui social (merita davvero un articolo a sé) e sulle tipologie di “guastafeste”
Fortunatamente mi sono sempre creato un gruppo di pochissimi ma.buoni e quando in passato mi capitava di incrociare qualcuno facente parte delle 3 categorie lo allontanavo subito.
Solo una cosa: “imitando” qualcuno che reputano sicuro non andiamo un po’ a snaturare la ns natura?
Ciao Emanuele, per quello che riguarda il modellamento si cerca di fare proprie solo le caratteristiche positive che desideriamo, in questo caso la sicurezza. Non deve essere un semplice scimmiottamento ma va fatto in un’ottica consapevole di miglioramento personale. Approfondirò al più presto la parte sui social 🙂
Geniale la metafora del team di formula 1. Come sempre riesci a scovare ed evidenziare dei veri gioielli!! � �
Ciao Massimo, mi sono piaciute molto anche a me le metafore utilizzate da Sean, hanno la capacità di rendere i concetti concreti e simpatici. 🙂
Io ho tentato di fare una selezione delle amicizie…ma spesso è successo che mi sono ritrovata da sola….in questi casi che si fa?
Ciao Michela Marini, premesso che ritengo valido il proverbio “meglio soli che male accompagnati”, qualche consiglio utile lo puoi trovare qui: https://www.ipermind.com/come-conoscere-gente-nuova/
ma non ho abbastanza tempo per mettere un commento 😉
Ciao Deborah, complimenti per avere superato questo importante “ma” 🙂