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Qualche tempo fa lessi uno studio della Duke University che mi fece riflettere profondamente. Circa il 45% dei nostri comportamenti quotidiani dipende dalle nostre abitudini. Nonostante fossi già consapevole dell’impatto che questi “meccanismi ripetitivi” hanno sulla nostra vita, ne rimasi colpito.
A tal proposito voglio riportarti una breve storia che ho trovato nel libro “How to change a habit” di Scott Young.
L’autore racconta che quando era un bambino viveva nel nord del Canada e quando in inverno doveva andare a scuola c’erano grandi nevicate che sommergevano tutto il paesaggio di una pesante coltre bianca rendendo le strade impraticabili e gli spostamenti da un posto all’altro difficilissimi.
Dopo una grande nevicata molte delle strade che insieme ai suoi amici prendeva per andare a scuola erano piene di una spessa coperta di neve. Di solito un bambino più temerario attraversava il muro di ghiaccio creando la prima strisciolina di piedi stampati, per questo bambino spostarsi nella neve non ancora battuta era difficilissimo e richiedeva un grande sforzo. I bambini che venivano subito dopo di lui dovevano muoversi a balzelloni per seguire le sue orme nella neve fresca ed evitare di “nuotare” in posti non battuti.
Ma dopo aver tracciato qualche solco nella neve, inevitabilmente il bambino che veniva dopo avrebbe seguito la via tracciata da chi era passato prima di lui e dopo di lui dozzine di bambini avrebbero seguito la stessa strada. Le impronte fatte in origine a mano a mano si allargavano e la neve sotto diventava più compatta.
Dopo questo bambino altri continuavano sulla stessa strada rendendo la neve sempre più compatta e trasformando i solchi iniziali in una strada sicura. Nel giro di pochi giorni dopo il primo “guado” nella neve la strada solcata dal primo bambino era diventata l’unica e sola strada percorsa.
Creare un’abitudine è qualcosa di molto simile a questo processo di creare una strada nella neve. Richiede un picco di energia iniziale ma in seguito diventa più facile. Dopo un po’ di tempo la strada che all’inizio era difficilmente percorribile diventa l’unica modalità di spostamento.
Hai delle cattive abitudini?
Ci sono delle abitudini dannose che vorresti cambiare? Forse vorresti smettere di fumare, smettere di mangiare cibo spazzatura o smettere di seguire pensieri negativi. Poichè la maggior parte di queste routine nocive tende ad installarsi in modo automatico e senza chiederti il permesso, ora potrebbe limitare la tua vita. Ti ho già parlato delle abitudini e di come installarne di nuove in questo articolo: Come creare un’abitudine in 30 giorni; oggi ti parlerò delle 6 abitudini che ho deciso di cambiare e che per me hanno rappresentato una vera e propria sfida.
Non puoi cambiare il tuo futuro ma puoi cambiare le tue abitudini e le tue abitudini sicuramente cambieranno il tuo futuro. A.P.J. Abdul Kalam Tweet
Cambiare abitudini con 6 sfide personali
Avevo iniziato a scrivere questo articolo buttando giù le cattive abitudini da sconfiggere, poi pensando a come il cervello accetti più i suggerimenti quando messi in positivo piuttosto che affermazioni come “non fare questo o quello” ho deciso di raccontarti le sfide personali che nel corso degli anni mi sono imposto per cambiare abitudini e migliorare la mia vita in modo che possano essere di spunto anche per te.
1) Andare a dormire ad un’ora decente.
Sono sempre stato un insonne cronico, sin da quando ero bambino addormentarmi rappresentava una delle 12 fatiche di Ercole, nonostante le mie giornate fossero sempre molto movimentate restavo sveglio fino a tardi e a nulla servivano gli antichi sistemi conta pecore.
Anzi, mi chiedo tuttora chi sia quella mente disturbata che non riuscendo a dormire si mise per prima a visualizzare una fila di pecore saltare su una staccionata. L’insonnia non era il suo problema principale 🙂 Per tanti anni ho fatto le ore piccole (che dopo un certo punto della notte iniziavano a diventare nuovamente grandi) con conseguenze disastrose sulla mia produttività del giorno dopo e l’agitazione generale che provavo a causa delle scarse ore di sonno.
Cambiare queste mia indole da civetta mi ha richiesto un impegno non indifferente, che ancora continua. Tuttavia, applicando alcuni stratagemmi, tra cui le 8 regole per dormire come un ghiro ho migliorato tantissimo la mia situazione.
2) Bye bye paninazzi, benvenuti supercibi.
Le pubblicità salutistiche ci martellano insistenti sull’importanza di una sana alimentazione e hanno ragione. Una corretta alimentazione costituisce uno dei pilastri della salute fisica e mentale.
L’ “illuminazione” la ebbi una sera quando il mio sguardo cadde sul tavolo della cucina dove giacevano patatine fritte rinsecchite e tracce di maionese e ketchup mi resi conto di quanto fosse paradossale che dedicassi impegno ed energia a lavorare sul mio mondo interno e curassi la mia alimentazione al pari di un adolescente brufoloso americano 🙂
Iniziai facendo una ricerca su quali fossero i 15 supercibi con le maggiori proprietà salutistiche in modo da integrarli nella mia dieta. Molti di questi fanno parte delle cosiddette verdure a foglie verdi. Cosi mi feci il mio primo frullato verde. Era terribile. Nemmeno una capra sarebbe riuscita a berlo.
Ora con i frullati sono migliorato un po’. Ma il sapore dell’ExtremeBurger della panineria vicino a casa mia è ancora tutta un’altra cosa. Ahimè.
3) Respirare aria pulita.
Per lungo tempo ho avuto il vizio del fumo. Poi decisi di fare basta. Ai tempi conoscevo un centesimo delle tecniche di ora e quindi il metodo che utilizzai fece ampio usa della forza di volontà.
Il libro “È facile smettere di fumare se sai come farlo” vantava di avere aiutato milioni di persone a smettere. Su me, la prima volta che lo lessi, ebbe la curiosa capacità di aumentarmela la voglia di fumare. Il lunedì era il giorno in cui avrei smesso. Prima però mi sarei goduto il weekend.
Passarono 100 weekend. Poi arrivo il lunedì giusto. A distanza di anni sono felicissimo di respirare solo aria pulita e non dovere avere sempre con me quei cilindretti puzzolenti. 🙂
4) Spegni la tv, accendi il cervello.
“Lo sai che siamo governati dalla tv?” Jim Morrison (An American Prayer)
Queste parole di Jim Morrison, personaggio simbolico nella mia adolescenza, esprimono perfettamente la mia idea sulla televisione e sull’influenza che essa ha sui nostri pensieri e comportamenti.
In realtà non ho mai passato tanto tempo davanti alla televisione e sono sempre stato molto critico sui programmi spazzatura che la tv ci propone con il solo fine di fare audience maltrattando* la nostra mente. Si perché guardare la televisione rappresenta nella maggior parte dei casi una vera e propria violenza che fai al tuo cervello.
La tv, un mezzo che ti rende ascoltatore passivo, in cui diventi contenitore di messaggi, spegne la tua criticità di pensiero, il cervello è dato in pasto a tutti i messaggi pubblicitari di chi vuole venderti qualcosa. L’alternativa all’assuefazione passiva della televisione c’è e per me è sempre stata rappresentata da un amore viscerale e maniacale per la lettura.
Questo non è un’abitudine che ho dovuto cambiare ma è un’abitudine che mi piacerebbe che sempre più persone applicassero alle loro vite (ovviamente scegliendo bene cosa leggere) e quindi non potevo non metterla nella lista delle abitudini potenzianti per una vita migliore.
* Da piccolo però ero io a maltrattare la televisione avvicinando una calamita sullo schermo. I pixel impazzivano in un alone multicolorato. Forte. Purtroppo l’alone tendeva a non andare più via. Così dopo la seconda TV portata in riparazione ho dovuto smettere, altrimenti a maltrattare me sarebbero stati i miei genitori 🙂
5) Un pomodoro al giorno leva la procrastinazione di torno
“La prossima settimana mi metto lì e lo faccio” questa frase usciva dalla mia bocca in modo matematico tutte le volte che mi trovavo costretto a dover affrontare una qualche attività che non mi sconfinferava molto, nello specifico qualsiasi cosa non fosse puro intrattenimento.
Tale comportamento mi ha impedito per anni di realizzare i miei obiettivi e concretizzare i miei sogni. Un aiuto enorme l’ho trovato nell’applicare i principi del “timeboxing”, e cioè nel dedicare brevi intervalli di attenzione alle attività da svolgere. Con una regola precisa. Senza interruzioni. Eh eh. Il mio deficit d’attenzione era così estremo che per riuscire nello scopo dovetti iniziare con intervalli di 2 minuti, per poi aumentare gradualmente la durata mano a mano che la mia capacità di attenzione focalizzata aumentava.
Ora mi trovo bene con la Tecnica del Pomodoro, un sistema noto per chi s’interessa di produttività personale che consiste nell’impostarsi tempi di lavoro di 25 minuti più 5 minuti di pausa (di cui ti ho già parlato qui).
Così quando c’è un’attività che al solo pensiero mi fa venire l’orticaria, dopo avere eventualmente applicato una delle tecniche di gestione emotiva ed essermi caricato con le giuste leve motivazionali, mi imposto il mio timer personale, che nel mio caso non è un pomodoro ma un simpatico polipo bianco e mi dedico per 25 minuti ininterrotti a quell’attività senza alzare la testa o quasi 🙂 fino al trillo del timer.
6) Prenditi Cura del tuo Mondo Interno
Se mi conosci e mi leggi da un po’ sai bene l’importanza estrema che ha per me la cura dei propri pensieri e delle proprie emozioni. Per questo motivo le abitudini più importanti da me acquisite appartengono a quest’area.
Poiché questo tipo di abitudini sono in continuo aggiornamento e le modifico o le sostituisco con le nuove cose che apprendo di settimana in settimana, voglio condividere con te alcune tra che quelle che pratico attualmente e che hanno avuto il maggior impatto nel migliorare la qualità della mia vita.
Dlin, ricordati di essere presente!
No, non sto rispondendo all’appello e non c’è nessuno che sta suonando alla porta. I benefici associati alla pratica del vivere nel momento presente, anche rilevati da studi scientifici, sono innumerevoli al punto che su essi potrei scrivere una decina d’articoli.
L’ostacolo principale a questa pratica è rappresentato dalla facilità con cui la mente tende a vagabondare verso scenari passati o paesaggi futuri o semplicemente si perde in loop di pensieri automatici e ripetitivi.
Per questo motivo ho inserito nel mio cellulare una serie di allarmi che suonano a intervalli regolari che hanno lo scopo di ricordarmi di stare nel momento presente. (OK, può risultare un’abitudine un po’ stramba. Soprattutto per tutti i dlin dlin che le persone attorno a me sentono durante la giornata )
Ogni volta che sento suonare l’allarme mi ricordo di prestare attenzione a ciò che mi circonda, alle sensazioni, ai profumi e se stavo seguendo un qualche pensiero ne divento consapevole e lo osservo senza giudicarlo. In giro per la casa ho inoltre diversi reminder visivi ognuno con una funzione diversa.
Emozione spiacevole, da dove provieni?
Come ho già scritto qui le emozioni hanno un ruolo chiave nella vita. Perciò, quando qualcosa evoca in me un’emozione negativa, per poterla neutralizzare efficacemente, cerco di stabilire subito la sua origine.
Sulla base delle mia esperienza le emozioni hanno tipicamente 3 “fonti”, possono essere innescate da: un condizionamento stimolo-risposta, un significato creato sul momento oppure da una determinata convinzione. A seconda dell’origine individuata intervengo con la tecnica del mio arsenale più appropriata.
Meditazione x 2
Due sessioni di pratica meditativa, una attiva e una passiva al giorno. Per passiva intendo una forma meditativa mindfulness-based, mentre per attiva mi riferisco a qualche tipo di esercizio di “riprogrammazione” fatto ad occhi chiusi (un mix di Pnl/Huna/Silva/Ipnosi). Spesso uso un modulo di NeuroBooster per combinarle entrambe.
Innalzare i livelli di: Felicità- Gratitudine- Presenza estatica.
Ho deciso che queste tre qualità debbano essere sempre presenti nella mia vita. Quindi ogni tanto durante la giornata mi chiedo: “Quanta felicità- gratitudine- presenza estatica provo in questo momento da 0 a 10?” Se la risposta è un numero inferiore a 10, attraverso una tecnica di rilascio emotivo specifica (una variante Sedona/RT appositamente creata per questo scopo) innalzo la qualità in questione a tale valore.
Siamo quello che facciamo ripetutamente, perciò l’eccellenza non è un’azione ma un’abitudine. Aristotele Tweet
Per concludere.
In modo simile alla goccia d’acqua che nel tempo scava la dura roccia, le abitudini a lungo termine plasmano la tua vita.
Se delle cattive abitudini possono avere effetti estremamente dannosi, delle abitudini utili possono guidarti in automatico (e questa è la loro forza) nel raggiungere gli obiettivi che desideri.
Quale abitudine ti piacerebbe eliminare o quale nuova abitudine vorresti quindi acquisire nella tua vita? Fai il primo passo scrivendola qui sotto nei commenti!
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P.S. La realizzazione di questo articolo ha richiesto circa 2 giorni, tempo che ho sottratto dal mio passatempo preferito: difendere la terra dalle minacce aliene:-) Se hai trovato l’articolo utile e vuoi ringraziarmi per il tempo che ti ho dedicato, condividilo utilizzando i pulsanti sottostanti.
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A presto
Grazie per tutto quello che ci dai devo dire che quando iniziai il percorso con te dei 21 giorni mi è piaciuto subito però ti sentivo come una persona un po’ distante e fredda invece ora che ho ripreso con questo percorso ti sento una persona molto sensibile e umana
Grazie.
Grazie Maria Pia 🙂
Luz Stella, grazie per l’apprezzamento 🙂
Molto bello…
Grazie Maria Pia 🙂
Eccellente articolo ..lo salvo nel mio blog , per quanto utile, interessante. Apprezzo tantissimo tutti consigli che hanno come finalità, migliorare la nostra qualità di vida, col scoppi di renderla armonica col l’universo interno che a sua volta se sintonizza con madre natura ..
Dìo e l’universo dè tanta luce al suo pensiero, alla sua opera ..grazie
Luz Stella, grazie per l’apprezzamento 🙂
Grazie! Chiaro, efficace e spero utile per mr.Anzi ne sono sicura 😀
Bello..grazie
Mi piace
Bellissima l’idea del dlin che ti ricorda di essere presente. Grazie, ho già messo il mio primo allarme 😉
Ciao Danny,
questo articolo mi è piaciuto particolarmente.
Avrei due quesiti da porti.
Il primo è relativo al punto in cui parli della provenienza delle emozioni spiacevoli: hai un metodo particolare per individuarne l’origine? Ed una volta determinata la causa che tipo di strategia usi per intervenire?
La seconda domanda è un po’ più personale: non ti senti dipendente dalle tecniche che hai elaborato, tanto che le stesse rischiano di essere troppo invasive nella tua quotidianità, togliendoti la naturalezza di vivere la vita?
Grazie ancora e…continua così!
Michele
Ciao Michele, sintetizzando estremamente, ognuna delle tre fonti ha delle caratteristiche peculiari. Significati e convinzioni hanno una componente cognitiva specifica rispetto a un processo stimolo-risposta. Le convinzioni sono un punto di vista più o meno fisso su una serie di eventi, mentre i significati in genere sono più “volatili” e creati sul momento. Una volta individuata la fonte, per eliminare l’emozione stimolo-risposta utilizzo tipicamente una variante brevissima dell’Eft, per il significato faccio una sorta di “reality check” 🙂 mentre per le convinzioni, i processi disponibili sono un pelino più elaborati. Se ci sarà interesse, approfondirò questi argomenti nei prossimi… Continua »
Articolo molto interessante, resta solo mettere tutto in pratica. Una buona abitudine che vorrei acquisire è la costanza nel fare le cose e anche tanta lettura.
Ottimo articolo come sempre 😀
Da quando ti seguo ho sviluppato anch’io la mia tabella di marcia dell’instaurare una nuova buona abitudine al mese, anche se la strada è ancora lunga: vorrei riuscire a smettere di fumare, contrastare i pensieri negativi, eliminare del tutto il mio bisogno di perfezionismo etc etc …
Per fortuna ho un’ottima traccia con i tuoi articoli 😀 anche se smanio ancora per leggerne uno sul combattere la paura del giudizio altrui 😛
Un saluto
Grazie Emanuelsson, il fatto che tu abbia sviluppato la tua tabella di marcia è molto positivo. Ora è sufficiente seguirla 🙂 Sulla mia tabella c’è anche l’articolo sulla paura del giudizio altrui 🙂