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Qualche tempo fa ho letto “The Buddha’s Brain” del ricercatore Rick Hanson.
Dopo decenni di intensa attività di “ricerca e assorbimento dati” nel campo dello sviluppo personale, mi ritengo soddisfatto se un libro riesce a fornirmi anche solo una tecnica o un’informazione di valore che ancora non conosco.
Nel caso del libro in questione, ho trovato particolarmente interessante la riflessione su tre specifiche strategie evolutive e su come queste siano collegate alla sofferenza e alla frustrazione che le persone sperimentano. La nostra specie ha sviluppato tre principali strategie di sopravvivenza, che spesso si scontrano con la realtà:
Tendiamo a percepire noi stessi come separati dall’ambiente che ci circonda.
Cerchiamo stabilità.
Cerchiamo opportunità ed evitiamo minacce alla nostra sopravvivenza.
Ma spesso la realtà ci presenta situazioni opposte:
1) Tutto è interconnesso. Soffriamo quando tentiamo di isolare ciò che è fondamentalmente connesso.
Pensa al tuo corpo: è composto da miliardi di cellule, ognuna con un compito specifico. Il cuore pompa il sangue, i polmoni ci forniscono l’ossigeno, il cervello elabora le informazioni. Ogni organo svolge la sua funzione, ma è solo lavorando insieme che permettono al tuo corpo di vivere e muoversi.
Immagina se il cuore decidesse di fare a modo suo, senza coordinarsi con gli altri organi: in breve tempo, l’intero sistema collasserebbe. È l’interconnessione tra le parti che consente al tutto di funzionare.
Pensa all’ambiente in cui vivi: l’aria che respiri, l’acqua che bevi, il cibo che mangi. Tutti questi elementi provengono dalla natura e sono il risultato di complessi ecosistemi interconnessi. Gli alberi producono l’ossigeno che ti permette di vivere, le api impollinano i fiori che diventano i frutti che mangi.
Ogni organismo svolge un ruolo preciso nell’equilibrio dell’ecosistema. Se un elemento viene a mancare, l’intero sistema ne risente. È l’interconnessione tra le parti che consente alla vita di prosperare.
Anche le tue azioni sono interconnesse con il mondo intorno a te. Ogni scelta che fai, anche la più piccola, ha un impatto sull’ambiente e sulle persone che ti circondano. Se decidi di prendere la bicicletta invece dell’auto, contribuisci a ridurre l’inquinamento e il traffico.
Se scegli di comprare da un’azienda etica, sostieni pratiche di lavoro equo e sostenibile. Se dedichi del tempo a un amico in difficoltà, crei un piccolo ma significativo cambiamento nella sua vita. Ogni tua azione si ripercuote sulla rete di connessioni in cui sei immerso.
Quando fai scelte che ti isolano da questo ecosistema interconnesso soffri perché stai andando contro la natura stessa delle cose.
2) Tutto è in continua evoluzione.
Nulla resta statico, nemmeno il nostro corpo. Cercare stabilità in un mondo che cambia continuamente è come cercare di fermare il tempo: genera solo stress e frustrazione.
Pensa ad esempio alle relazioni: le persone crescono, cambiano e attraversano diverse fasi della vita. Un’amico che una volta era sempre disponibile potrebbe ora avere impegni familiari o lavorativi che lo rendono meno presente. Cercare di mantenere le relazioni esattamente come erano in passato può portare a delusioni e tensioni. Accettare che le dinamiche cambiano e trovare nuovi modi per connettersi può invece rafforzare i legami.
E che dire delle tue abitudini e preferenze? Magari da bambino odiavi la verdura, mentre ora non puoi farne a meno. O forse un tempo adoravi quello stile musicale che oggi non sopporti più. I tuoi gusti, le tue passioni, le tue opinioni si evolvono con l’esperienza e la maturità.
Anche il mondo intorno a te cambia. Le stagioni si susseguono, il clima cambia, le città si espandono. Tutto è in perenne movimento, dalla natura alle società umane. Cercare di aggrapparsi alla stabilità in questo flusso costante è come provare a nuotare controcorrente: ti sfinisce senza portarti da nessuna parte.
3) Non possiamo cogliere tutte le opportunità né evitare tutte le minacce.
Immagina di essere un imprenditore. Ogni giorno potresti trovarti davanti a tante nuove opportunità per far crescere la tua azienda: un progetto interessante, un corso di formazione, un evento per incontrare potenziali partner.
Ma se cercassi di cogliere tutte queste occasioni, finiresti per disperdere le tue energie e trascurare le attività fondamentali per il tuo business. Potresti ritrovarti sopraffatto e stressato, senza riuscire a portare a termine nulla in modo efficace.
Allo stesso modo, nella vita privata, potresti sentirti attratto da mille interessi e passioni: un nuovo sport da provare, un libro intrigante da leggere, una meta esotica da visitare. Ma se ti lasciassi tentare da ogni stimolo, finirebbe per mancarti il tempo e le risorse per coltivare ciò che è davvero importante per te, come la famiglia, gli amici, la tua crescita personale.
Sul fronte delle minacce, immagina di essere un genitore. Naturalmente vorresti proteggere i tuoi figli da ogni possibile pericolo: malattie, incidenti, delusioni, fallimenti. Tuttavia, un eccesso di protezione potrebbe impedire loro di sviluppare resilienza, autonomia e fiducia nelle proprie capacità. A volte, permettere ai tuoi figli di affrontare sfide e ostacoli, sostenendoli senza sostituirti a loro, può essere la scelta migliore per favorire la loro crescita.
Riguardo alle minacce, è impossibile evitarle tutte.
La vita è piena di imprevisti, dai piccoli inconvenienti quotidiani alle grandi crisi. Per esempio, non possiamo evitare tutte le malattie nonostante gli sforzi per mantenere uno stile di vita sano. Possiamo seguire una dieta equilibrata, fare esercizio regolarmente e sottoporci a controlli medici, ma ci saranno sempre fattori fuori dal nostro controllo.
Cercare di evitare ogni possibile minaccia alla salute può portarci a vivere in uno stato costante di ansia e ipervigilanza, compromettendo la nostra qualità di vita.
Per concludere
In sintesi, la vita ci offre una miriade di opportunità e ci presenta molte minacce, ma è irrealistico cercare di coglierle tutte o di evitarle completamente. Come ho detto tante volte, non ci siamo evoluti per essere di default felici e sereni. Pertanto, è necessario possedere strumenti e strategie per contrastare questa “falla” evolutiva.
Le email che invio, gli articoli pubblicati su IperMind e le risorse premium che ho realizzato servono anche a questo. In realtà, non si tratta di un difetto evolutivo, ma del fatto che il nostro cervello non si è ancora adattato al mondo moderno, molto diverso da quello in cui ci siamo evoluti.
E purtroppo, visti i tempi in cui agisce l’evoluzione, non possiamo di certo attendere decine di migliaia di anni affinché il cervello si aggiorni. Per cui, dobbiamo darci da fare noi!
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Un Iper-abbraccio ✌️