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In questo articolo scoprirai come capire se una persona mente grazie alle strategie segrete di 3 ex agenti della CIA.
Non sarebbe fantastico se potessi attingere a tutte le conoscenze degli agenti della CIA per capire se una persona mente?
Avere a tua disposizione l’esperienza di chi ha interrogato centinaia di criminali al solo fine di riconoscere se gli stavano dicendo la verità o una bugia?
A tal proposito ho trovato interessantissimo il libro “Spy the lie”, nel quale 3 veterani della CIA: Philip Houston, Michael Floyd e Susan Carnicero; hanno condensato la loro esperienza raccolta in decenni di interrogatori.
In una società dove ad ogni angolo si trova un Pinocchio pronto a dirti qualche frottola per propria convenienza, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere se avessi condiviso qualche trucco efficace per smascherare le bugie.
Purtroppo, infatti, a differenza di Pinocchio, che quando mentiva aveva un evidente sintomo:-), in una persona è più difficile accorgersi quando sta mentendo.
Non preoccuparti però perché le strategie che troverai tra qualche riga ti aiuteranno a sgamare il bugiardello di turno grazie ad alcuni strumenti di provata efficacia.
Il metodo per rilevare le bugie condiviso nel libro si basa sulle osservazioni che Philip Houston ha ottenuto come esaminatore del poligrafo (anche nota come macchina della verità).
Nel 1996 gli era stato concesso di fornire training ai privati e per questo insieme agli altri autori decisero di condividere, nel libro Spy to lie, la metodologia per individuare le bugie.
Come capire se una persona mente? la prima difficoltà.
Capire se una persona mente non è semplice, perché abbiamo una naturale tendenza a pensare che gli altri dicano la verità.
Anche gli agenti della CIA tendono a presumere che gli altri siano innocenti fino a quando non ne provano la colpevolezza, e non si trovano molto a loro agio nel giudicare gli altri. Almeno nel libro c’era scritto questo 🙂
Questo perché la maggior parte di noi ha ricevuto un’educazione in cui veniva trasmesso che mentire è sbagliato.
Poiché tale insegnamento ha un’influenza molto potente, può causare un forte disagio nel momento in cui dobbiamo etichettare qualcuno come bugiardo e ci risulta quindi più semplice credere alle persone.
La macchina della verità
Nel 1978 quando Phil entrò nella CIA fu assegnato al reparto Security e nello specifico divenne un esaminatore al poligrafo, nei successivi 14 anni ricoprì questo ruolo.
Il poligrafo è una macchina che rileva i cambiamenti fisiologici delle emozioni in risposta a degli stimoli specifici, cioè delle domande poste dall’esaminatore.
Grazie a questo strumento si possono ottenere due registrazioni del respiro, una dell’attività cardiaca e una della risposta di conduttanza cutanea (ovvero i cambiamenti di sudorazione della pelle).
Per avere un’idea più precisa di come funziona il poligrafo ti consiglio di guardare il brevissimo video (13 secondi) qui sotto 🙂
Come capire se una persona mente. 6 tattiche dei bugiardi individuate dalla CIA
1) La verità nei primi 5 secondi
Gli autori hanno notato che se una persona è veramente innocente, solitamente negherà il crimine con un linguaggio onesto all’inizio dell’intervista. Infatti, le informazioni più importanti sono rilevabili già 5 secondi dopo che la domanda è stata posta.
In media parliamo ad una velocità di 125-150 parole al minuto e ricerche cognitive suggeriscono che pensiamo almeno 10 volte più velocemente di quanto parliamo.
Per determinare se una persona mente dobbiamo ascoltare e osservare con particolare attenzione le prime reazioni che si presentano nei 5 secondi successivi alla presentazione dello stimolo.
Ed è un compito particolarmente impegnativo in quanto bisogna prestare massima attenzione ai dati visivi così come a quelli uditivi, mentre solitamente ci focalizziamo su un senso piuttosto che sull’altro. Oppure se l’interesse per quello che la persona ci dice non è al massimo nessuno dei due 🙂
2) Chi ha rubato 40 dollari?
Quando Philip lavorava in una fattoria, una struttura per i training della CIA, una delle sue impiegate andò da lui e gli disse che erano spariti 40 dollari dal suo portafoglio, e c’era un solo altro impiegato che era stato nella stanza dove lei aveva lasciato la sua borsetta.
Philip sapeva che se il sospettato non aveva preso i soldi avrebbe semplicemente detto subito “non li ho presi io e non ho idea di chi li abbia presi”.
Invece il sospettato portò Philip al parcheggio a guardare nella sua macchina dove aveva il bagagliaio pieno di bibbie. “Ogni settimana le porto dovunque ce ne sia bisogno per conto della mia chiesa”.
Per convincere l’accusatore, un bugiardo può rispondere ad un’accusa con un’affermazione sincera che lo metta sotto una buona luce. Tra i comportamenti sospetti questo è uno dei più importanti.
Quest’uomo ben vestito con il bagagliaio pieno di bibbie aveva invece sgrafignato i 40 dollari dalla borsetta della collega e alla fine lo ammise. Morale della favola; fai particolare attenzione ad affermazioni volte a mettere subito in buona luce il sospettato.
3) Ripetere una domanda
Nel 2004 il vice presidente Dick Cheney in uno scambio con il senatore Patrick Leahy usò una parolaccia che in inglese inizia per “F”.
Il senato non era in aula così lo scambio non venne registrato, ma molti giornalisti videro cos’era successo.
Un giornalista intervistò Cheney dopo l’incidente e gli chiese “hai usato quella parola con la F?” Cheney rispose con un’affermazione vera che non rispondeva però alla domanda “Non è il mio solito modo di rispondere”.
Attenzione quindi se qualcuno replica a una domanda con un’affermazione vera ma che non risponde alla domanda.
Altri segni che possono indicare una menzogna in agguato sono: ripetere la domanda per prendere tempo, andare subito sulla difensiva attaccando l’interlocutore, provare a lusingare con complimenti l’intervistatore, invocare la religione (giuro su Dio che non ho preso quei 40 dollari), usare qualifiche come “in pratica” e “di solito”, mostrare una memoria selettiva (“non che ricordi”), e mostrare emozioni discordanti in risposta a domande, come sorridere mentre nega di aver commesso un crimine serio come un omicidio.
4) Come se non capisse una semplice domanda
Le persone accusate a volte agiscono come se non capissero una semplice domanda.
Un chiaro esempio di questo ce lo da l’ex presidente Bill Clinton durante il caso Monica Lewinsky. Nelle fasi iniziali del processo a Clinton venne chiesto se la seguente affermazione fosse falsa: “… non c’è stato assolutamente sesso di ogni tipo, maniera, forma con il presidente Clinton”.
A tale domanda Clinton replicò in modo alquanto insolito questionando sull’interpretazione delle parole utilizzate e sul loro significato. Sappiamo invece tutti come andarono le cose 🙂
5) I Segnali non verbali di un bugiardo
Ci sono anche molti indizi non verbali quando una persona mente. Anche se gli autori dicono che evitare il contatto oculare spesso può significare evasione questo non è uno di quelli, poiché molte persone guardano da un’altra parte durante le conversazioni.
Più rivelatori sono invece comportamenti come: nascondere le labbra o gli occhi, schiarirsi la gola o deglutire, morsicarsi o leccarsi le labbra e quello che gli autori chiamano “anchor point movement” cioè spostare il peso e la posizione del corpo per ridurre l’ansia, come ad esempio agitarsi sulla sedia.
Per osservare meglio questa tendenza, gli autori facevano sedere i loro soggetti su una sedia con le ruote o che oscillava e ruotava, in questo modo gli “anchor point movement” diventavano ovvi all’osservatore.
Un altro segnale è quello che gli autori hanno chiamato “grooming gesture” come sistemarsi i capelli, aggiustarsi la cravatta o il colletto, tutti comportamenti che possono indicare ansia.
Un ultimo segnale è sudare abbondantemente. Se la persona si passa il foulard o una mano sulla fronte forse non è proprio a suo agio 🙂
6) Altre tattiche usate dai bugiardi
Rifiutarsi di rispondere. In alcuni casi può essere un modo per evitare di rispondere usando frasi tipo “non credo di essere la persona più adatta con cui parlarne”
Ripetere la domanda. Il silenzio in risposta ad una domanda è spesso universalmente percepito come segno di menzogna; così per evitare queste supposizioni il bugiardo ripete la domanda per darsi il tempo di pensare
Fare affermazioni senza risposta. La psicologia alla base di questo comportamento è la stessa di quello precedente: evitare goffi silenzi. Esempi di affermazioni senza risposta: “questa è una buona domanda”; “mi fa piacere che tu me l’abbia chiesto…”; “sapevo che me l’avresti chiesto” ecc.
Risposte ultra dettagliate. Le persone che mentono spesso danno risposte ultra-dettagliate in due modi: rispondendo troppo tecnicamente o troppo letteralmente.
Phil chiese a tutti i suoi investigatori di chiedere agli impiegati “cosa fai qui all’agenzia? Qual è il tuo lavoro? E trovò che le persone sincere tendevano a rispondere in modo succinto con il nome del loro lavoro; esempio “sono un analista”.
Le persone bugiarde tendevano a fornire descrizioni del loro lavoro dando informazioni specifiche per manipolare la percezione degli investigatori.
Utilizzo del fattore simpatia. Solitamente non sospettiamo di qualcuno che è una brava persona. Ma se in risposta ad una domanda una persona cerca di aumentare il suo livello di simpatia è significativo ad esempio con l’uso di complimenti.
Lamentele. La persona non va necessariamente sulla difensiva in modalità attacco ma può fare domande come “perché me lo chiedi?” questo tipo di domande possono ricadere nella tattica di ritardare simili a quelle del ripetere la domanda o dare affermazioni senza rispondere.
Fare riferimento a cose dette in passato. A volte in risposta alle domande una persona bugiarda potrà fare riferimento a risposte date precedentemente. Ad esempio “mi riferisco a quella volta che ho detto…”; “Te l’ho detto durante l’ultima riunione”. L’idea è di costruire credibilità ed è una tattica sottile ma potente.
Un bugiardo in azione.
L’episodio di Anthony Weiner.
Nella primavera del 2011 c’è stato uno scandalo riguardante il repubblicano Anthony Weiner che negò ripetutamente di aver mandato delle foto lascive di se stesso a delle studentesse del college su Twitter. Nel libro questo viene citato come caso studio di comportamenti sospetti. Gli errori tipici li fece tutti:)
Tra questi ci furono: si rifiutò di rispondere in modo diretto alle domande, facendo affermazioni che erano vere ma off-topic; attaccò il suo intervistatore e altre volte passò da un eccesso di maleducazione ad uno di educazione; provò a cambiare argomento e parlò del suo voto imminente sul limite del debito.
Non solo, nella sua “carrellata” di reazioni sospette ci furono anche:
- L’incapacità di rispondere alle domande oppure il rifiuto di farlo.
- Attaccare chi gli poneva le domande accusando i giornalisti di essere maleducati e di agire in modo inappropriato verso di lui.
- Porsi come vittima di una “congiura” finalizzata a impedirgli di fare il suo lavoro che consisteva solo nel servire i suoi elettori e il paese. Ti suona familiare questa? 🙂
- Affermazioni che facevano riferimento al passato. “Penso di essere stato abbastanza comprensivo con voi in passato.”
Insomma, diciamo che se avesse confessato subito avrebbe fatto prima 🙂
E adesso all’opera!
Ora conosci le strategie “rivela menzogne”, ma la conoscenza di queste non è sufficiente per smascherare i bugiardi. E’ infatti necessaria della pratica. Ecco qui qualche consiglio.
Guarda talk show, interviste o qualsiasi contesto nel quale le persone si trovano a dover rispondere alle domande e osserva i comportamenti alla luce delle informazioni che ho appena condiviso. Guardare “Porta a porta” non sarà più lo stesso 🙂
Durante le interazioni pratica la calibrazione e addestrati ad osservare linguaggio verbale e non verbale del tuo interlocutore.
Qualora ti capitasse di individuare dei segnali associati alle bugie, non rivelarli al tuo interlocutore perché potrebbe correggerli in futuro.
Gli autori sconsigliano di fare pratica con le persone care. Ricorda inoltre che non è sufficiente che una persona manifesti i comportamenti elencati in questo articolo per additarlo come bugiardo ma utilizza sempre prudenza, rispetto e buon senso.
Per concludere
Sarebbe bello se vivessimo in una società dove l’onestà non fosse solo un valore condiviso a livello teorico ma un comportamento praticato da tutte le persone.
Purtroppo non è così. Politici, venditori, colleghi, conoscenti, sono in tanti a utilizzare spesso l’arma della bugia per i propri fini personali, e le conseguenze di queste menzogne possono avere un impatto altamente distruttivo sulla nostra vita.
Per questo motivo è importantissimo possedere strategie capaci di contrastare questi comportamenti ingannevoli. Seguendo questi consigli potrai dare del filo da torcere anche al più incallito dei bugiardi 🙂
Cosa ne pensi di queste strategie? Fammelo sapere nei commenti 🙂
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P.S. La realizzazione di questo articolo ha richiesto circa 2 giorni, tempo che ho sottratto dal mio passatempo preferito: difendere la terra dalle minacce aliene:-) Se hai trovato l’articolo utile e vuoi ringraziarmi per il tempo che ti ho dedicato, condividilo utilizzando i pulsanti sottostanti.
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A presto
E i bugiardi che credono alle proprie bugie? Credo sia più difficile smascherarli… grazie Danny, molto interessante!
Benedetta
Infatti, c’è gente che mente su tutto!! Come smascherare le loro verità!!!!
Grazie davvero, mi è servito davvero tanto come disse Aria de Luca per capirlo bisogna leggerlo diverse volte per poterlo magari “praticarlo” Come prima lettura mi sono venuti dei flash. Credo che prenderò il libro. Grazie
Interessante! Sono fanatico di “Lie to me” con Tim Roth, quindi informazioni come queste mi allettano parecchio. Grazie!
Ciao Paul, grazie 🙂
Grazie Danny, ho trovato davvero utile questo articolo. Farò più attenzione alle gestualità dei miei interlocutori o dei politici nei talk show per scoprire delle bugie.
interessante lo provero’
esposizione illuminante
Grazie mille. Questo sito è fantastico.
Grazie Samuele 🙂
Grazie!!! Ce ne fossero tante persone come te!!!
Ciao Catia, grazie …
come ringraziarti ogni volta senza cadere in superflui giri di parole? semplicemente grazie, allora.
Ciao Stellina, semplicemente ringrazio anche io 🙂
Grazie…c’e da rileggerlo piu volte. ..per applicarlo
Ciao Aria de Luca, volendo la pratica non manca… buona rilettura quindi 🙂
Sono tutte massime di esperienza di vita vissuta, che aiutano a conoscere il prossimo nella comunicazione ed ad interpretrare con chi stai dialogando.Sono della massima utilità.
Ciao Angelo, completamente d’accordo 🙂
Ottimo articolo!!
Grazie Danny per questo articolo molto utile.
Prego Lucia.
Ben fatto
Ciao Paul, grazie 🙂
Ciao Stellina, semplicemente ringrazio anche io 🙂
Ciao Simonetta, certo che lo so. Ne ho appena sventata una 🙂
per favore però torna a difenderci dalle minacce aliene…sono in mezzo a noi…e tu lo sai 🙂
Ciao Simonetta, certo che lo so. Ne ho appena sventata una 🙂
Ah Ah
Ciao Aria de Luca, volendo la pratica non manca… buona rilettura quindi 🙂
Ciao Angelo, completamente d’accordo 🙂
Ciao Danny, grazie per questo eccellente articolo. Anche se preferirei non averne bisogno da oggi avrò qualche difesa in più contro i bugiardi 🙂 Mi ha fatto ridere il video di Homer 🙂 Max
Ciao Massimo, grazie … Effettivamente Homer ha trovato il modo per ingannare il poligrafo:)