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In questo articolo scoprirai come fare per non arrenderti mai attraverso una straordinaria storia di coraggio e resistenza.
Sono da sempre stato attratto dalle storie di sopravvivenza estrema. Da grande appassionato della psiche umana mi ha sempre affascinato il modo in cui questa risponde di fronte alle esperienze di vita più aspre e dure che si possano concepire.
Esperienze nelle quali le normali piccole preoccupazioni della vita quotidiana, che occupano la mente della maggior parte delle persone, spariscono e lasciano spazio ad un solo, chiaro e brutale obiettivo. Sopravvivere.
È infatti in questi frangenti che la forza dell’essere umano tende ad emergere con maggior chiarezza nelle sua completezza. Che affiora la vera natura che si possiede. Dove spesso la debolezza, la rassegnazione, viene punita con la morte e il coraggio la speranza, la fiducia premiate con la vita.
In questo articolo ti voglio parlare della storia epica di Louie Zamperini, narrata nel libro “Unbroken” (che si può tradurre come «non spezzato\intatto»). Dal libro è stato tratto anche l’omonimo film diretto da Angelina Jolie che ti consiglio di vedere.
La storia di Zamperini è a dir poco leggendaria ed è la dimostrazione pratica di uno spirito indomabile, della resilienza e della capacità di un uomo di non arrendersi mai.
Chiunque debba affrontare un momento difficile o voglia affrontare la vita con maggior positività può trarre dei profondi insegnamenti e ispirazione dalla vita di quest’uomo che ha vissuto intensamente fino all’ultimo battito.
Continuando la lettura scoprirai come:
- Trovare forza e coraggio per superare le piccole o grandi sfide nella vita.
- Assumere una prospettiva più utile e costruttiva.
- Scoprire quanta forza nascosta può risedere in te.
La storia di Zamperini. Sopravvissuto agli squali del Pacifico e alle torture dei giapponesi.
Zamperini fu un atleta olimpico e durante la seconda guerra mondiale venne arruolato in aviazione. Durante un’azione militare in volo sulle acque del Pacifico, l’aereo su cui volava insieme ad altri 6 soldati precipitò in mare. Lui e altri due sopravvissero allo schianto ma rimasero naufraghi, senza acqua né cibo nel mezzo del Pacifico infestato da squali per 47 lunghissimi giorni.
Durante questo tempo interminabile Louis si dimostrò un combattente e lottò per vivere arrivando anche a mangiare un Albatros e un piccolo squalo, uccidendoli a mani nude. Roba da rendere appetibile anche il risultato dei miei esperimenti in cucina.
Dopo 47 giorni il naufragio ebbe fine ma le pene che sarebbe stato costretto a sopportare erano anche peggiori di quelle patite in mare. Zamperini e il suo amico erano finiti in un’isola giapponese. Vennero quindi deportati in un campo di prigionia in cui furono sottoposti a terribili torture e da cui uscirono solo dopo 2 anni.
Perché ti voglio raccontare questa storia?
Perché ho visto in Zamperini un rarissimo esempio di forza d’animo, tenacia e resilienza. Dalla sua storia si possono estrapolare alcuni elementi di un atteggiamento mentale indistruttibile, indomabile e che non si sarebbe piegato neanche di fronte ai ricatti più lusinghieri.
La forza di resistere nonostante tutto. Il coraggio. La voglia di vivere e di lottare. Con questa storia vorrei trasmetterti questi valori e condividere con te la loro importanza nella vita.
Non arrenderti mai. 5 lezioni di Zamperini.
Ecco le 5 lezioni che leggendo il libro mi hanno maggiormente colpito e che penso potranno esserti di ispirazione.
Lezione n. 1 – Trova la forza di reagire (resilienza)
Immigrato italiano negli Stati Uniti Louis divenne preda dei bulli del quartiere per via delle sue difficoltà a parlare in inglese, a casa si parlava solo italiano. Ma grazie anche all’aiuto del fratello
Pete, riuscì a reagire grazie all’atletica e alla corsa che divennero poi la sua passione e lo portarono a diventare atleta olimpico. Nel 1934 a 17 anni stabilì il record mondiale per il miglio in un tempo di 4:21.2 E questo gli permise di riscattarsi e risollevarsi da un’adolescenza da teppista.
Ripassino. Cos’è la resilienza?
L’uomo non ha mai creato un materiale resiliente quanto lo spirito umano. Bern William Tweet
La resilienza è una virtù che consente ad alcune persone di essere messe a tappeto dalla vita per poi rialzarsi più forti di prima. Piuttosto che ignorare i fallimenti li superano e traggono da essi l’energia per risolverli, trovano il modo per risollevarsi dalle ceneri.
Gli psicologi hanno identificato alcuni dei fattori che rendono una persona resiliente, spesso si tratta di: un atteggiamento positivo, ottimismo, la capacità di saper gestire le proprie emozioni e quella di vedere i fallimenti come una forma di feedback per migliorarsi.
Lezione n. 2 – Non arrenderti mai.
Zamperini non solo rappresenta l’emblema del messaggio “non arrendersi” ma ha anche scritto un libro che si chiama proprio “Don’t give up, don’t give in: lessons from an extraordinary life”, (recentemente tradotto anche in italiano) che ti consiglio caldamente di leggere. La grande lezione della sua vita è la perseveranza. Non arrendersi mai.
E’ una delle persone più qualificate che ci possano essere nel trasmettere il valore che si nasconde dietro alla capacità di non arrendersi e del resistere di fronte alle avversità. Altroché i discorsi dei vari guru della motivazione le cui difficoltà più grosse consistono nel trovare il modo per convincere le persone che camminando sui carboni ardenti miglioreranno la loro vita. 🙂
Ci sono diversi episodi nella vita di Zamperini che rappresentano bene il suo spirito indomabile, eccone qui due per me particolarmente significativi.
Il ragazzo dello scatto finale.
«Mi sono spinto fino a questo punto senza mai arrendermi, perché per tutta la mia vita sono sempre arrivato al traguardo». Tweet
Giunto alle Olimpiadi di Berlino nel 1936 Louis si posizionò solo ottavo, ma molti notarono il suo scatto finale, la sua accelerazione improvvisa a gara quasi conclusa. Quando mancavano pochi metri al primo corridore per tagliare il traguardo e la gara stava per giungere al termine Zamperini non si diede per vinto e percorse l’ultimo giro nel tempo record di 56 secondi.
Resistere nonostante tutto
“Determinazione, costanza, rifiuto di accettare la sconfitta quando la situazione sembrava ormai disperata mi permisero di sopravvivere in guerra.”
Un giorno “the bird”(il suo aguzzino) volle sfidarlo con una punizione umiliante. Reggere una pesante trave di legno sopra la testa mentre era debilitato ed emaciato a causa delle torture e dello stile di vita che aveva dovuto subire tutti i giorni per circa 2 anni. Nonostante ciò, Zamperini resistette per 37 minuti (un compagno di prigionia lo cronometrò).
La prossima volta che ti ritroverai a pensare di mollare la palestra dopo solo 2 giorni oppure a scoraggiarti al primo esame andato male, porta alla mente questa immagine 🙂
Lezione n. 3- Mantenere la mente lucida.
“Durante la vita non sai mai cosa ti potrà capitare e devi essere pronto a tutto. Sii preparato, la sopravvivenza dipende dalla preparazione”
Una delle domande che Zamperini si è sentito rivolgere più spesso è stata: “Come sei sopravvissuto?” Mentre era disperso in mare cercava di far lavorare il cervello più che poteva. Per mantenere la mente lucida lui e Philipp (l’altro sopravvissuto) utilizzarono diversi stratagemmi:
Sommavano mentalmente una colonna di numeri e poi tentavano con la seconda; descrivevano fin nei minimi dettagli gli ingredienti dei pasti che avevano mangiato o cucinato, dopodiché ne descrivevano il sapore. La precisione era fondamentale: quanto sale, quanto lievito.. Si raccontavano anche storie del proprio passato e cantavano.
Questo gli permise di tenere la mente impegnata e focalizzata sul positivo invece di farsi sopraffare da dubbi e paure abbandonandosi alla disperazione.
“Ogni giorno mettiamo alla prova il nostro cervello, e più si invecchia più dobbiamo mantenerlo attivo. Impegnatevi per gli altri, non sedetevi a vegetare davanti alla tv, muovete il corpo, usate la testa.”
Ipermind è una delle migliori palestre per la mente, gli attrezzi e i bilancieri che trovi qui per allenarla sono le tante strategie e tecniche condivise. Se ne stai praticando qualcuna stai già facendo qualcosa di importante per seguire questa sua lezione 🙂
Lezione n. 4 – il perdono.
“Colui che perdona non porta mai il passato sul volto. Quando perdoni, è come non fosse mai successo. Il vero perdono è pieno e totale.” Tweet
Quello che gli era stato inflitto dai suoi aguzzini durante il periodo di prigionia in Giappone fu tremendo, specialmente quello che dovette subire ad opera di “The bird”. L’uccello, questo il soprannome affibbiatogli dalle sue vittime, era lo psicopatico e sadico sergente del campo di lavoro che l’aveva preso di mira e si accaniva quotidianamente su di lui con brutale ferocia.
Nonostante ciò successivamente Louis fu in grado di perdonare i suoi aguzzini. Dopo che una notte in preda agli incubi notturni tipici delle vittime del disturbo post traumatico da stress, cercò durante il sonno di strangolare la moglie incinta credendola “The bird” decise di fare qualcosa per guarire e anche aiutato dalla moglie intraprese la via del perdono.
Nel libro “don’t give up” Zamperini riconosce che perdonare sia un’azione difficile, soprattutto se hai dovuto subire torture tutti i giorni per 2 anni, ma necessaria per guarire. Odio e sentimenti di vendetta lo facevano vivere ancora come un prigioniero anche quando era tornato a casa.
A tal proposito ho scritto un articolo sul perdono.
Lezione n.5 – l’importanza di riempire il bicchiere.
“La gente mi dice “sei proprio un ottimista”. Io sono un ottimista? Un ottimista dice che il bicchiere è mezzo pieno. Un pessimista dice che il bicchiere è mezzo vuoto. Un sopravvissuto è pratico. Egli dice “Vedilo come vuoi, basta che il bicchiere venga riempito” Credo nel riempire il bicchiere.”
Già dalle parole con le quali inizia il libro di Zamperini si intuisce quanto per lui l’atteggiamento mentale sia stato determinante nel fronteggiare al meglio le terribili prove sopportate.
Quanto conta l’atteggiamento mentale?
C’è il soldato che dice “tra 3 mesi la guerra finirà” e quello che dice “siete solo un branco di ottimisti la guerra non finirà mai”. Nessuno dei 2 sa qual è la verità, ma indovina quale dei due ha più possibilità di sopravvivere?
Zamperini racconta che nel campo di prigionia aveva un amico che pensava che la guerra non sarebbe mai finita “se ne stava seduto in cortile con lo sguardo fisso a terra..” Quando, a guerra finita, Louis lo ri-incontrò seduto a bordo piscina su una spiaggia della Florida lo rivide con lo stesso sguardo fisso a terra. In pratica non era cambiato nulla. Anche se sopravvissuto quell’uomo dentro se non era mai stato “liberato”.
Per concludere
Una massima dice che l’acciaio più duro passa attraverso il forno più caldo. Ed è forse questo il motivo per cui dalle storie di sopravvivenza come quella di Zamperini nascono le lezioni di vita più importanti.
Personalmente ritengo che sia un dono che non ha prezzo quello di potere attingere alla loro conoscenza senza essere costretti ad attraversare la sofferenza dalla quale esse sono nate.
Spero che, come è successo a me, il riflettere su queste lezioni possa aiutarti a mettere in prospettiva le piccole problematiche quotidiane per le quali spesso ci si ritrova a lamentarsi, a dare un nuovo significato alla libertà e alle possibilità che possiedi e a scoprire che nei legami con le persone care, si trova il tesoro più prezioso.
P.S. Conoscevi la storia di Zamperini? Quale episodio della sua vita ti ha colpito di più? Fammelo sapere nei commenti.
P.P.S. Se hai trovato queste lezioni utili t’invito a condividerle cliccando sui pulsanti qui sotto. Sono convinto che saranno apprezzate anche dalle persone con le quali sceglierai di condividerle.
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Un Iper-abbraccio 😉 ✌️
Le sconfitte che la vita mi ha fatto subire hanno azzerato ogni forza e non ho più voglia di combattere .
Conosco zampironi e ho visto il film a lui ispirato … ma mi ero dimenticato della profonda lezione di vita … adesso che mi hai risvegliato il ricordo mi piace pensare che da anziano viene invitato a partecipare alla commemorazione delle Olimpiadi che gli avevano precluso e lui va con gli onori del pubblico … resilienza e focus … non ha mai perso di vista il suo scopo nonostante l’età … leggend
Non conoscevo la storia di Zamperini. Davvero sorprendente. Mi sono sempre interessata alle vicende di persone sopravvissute a situazioni estreme, perché da esse si traggono insegnamenti importanti. Oltre alla resilienza, che trovo un atteggiamento fondamentale, è stato molto interessante conoscere il modo in cui ha superato il disturbo post traumatico da stress che colpisce quasi tutti coloro che vivono situazioni così estreme. Se vi interessano storie di infinita forza vi invito a leggere la biografia di Margarethe Buber-Neumann, internata per 10 anni in un gulag e poi consegnata per ragioni politiche alla Germania che la internò in un campo di… Continua »
Cia Ilaria, non conosco la storia di Margarethe Buber-Neumann, mi segno la sua biografia per una prossima lettura…
Interessante come sempre.
Grazie
Ho visto il film, molto bello e fatto bene. La storia di Zamperini è incredibile. Grazie per aver parlato di lui, la resilienza fatta persona!
Grazie Francy
La dissonanza cognitiva voluta a volte è utile e non prendersi troppo sul serio, e una protezione per la mente come fosse un elmo di protezione, provare per credere.
Gentilissimo Danny,
ho trovato in questo articolo e nella storia di Zamperini quella “piccola” luce che di colpo
illumina una stanza….
Anche questo, come tutti gli altri articoli presenti nel tuo sito sono davvero illuminanti 😉
GRAZIE!
un caro saluto
Chiara
Ciao Chiara, grazie, mi è piaciuta la metafora della piccola luce che di colpo
illumina una stanza 🙂
Non conoscevo la sua storia… Probabilmente sarà il prossimo libro che comprerò
troppo FORTE!!
un sacco bello!!
Ciao Danny, complimenti per l’articolo. Apprezzo molto le storie di personaggi come quella di Zamperini. La sua incredibile avventura è un inno alla capacità delle persone di riprendere il controllo e non arrendersi alle difficoltà. Mai.
Incrementare la propria resilienza è un processo personale e queste storie le trovo davvero utili per riflettere e aumentare la propria consapevolezza di ciò che l’uomo è realmente in grado di fare.
Grazie!
A presto. Marco.
Ciao Marco, grazie a te 🙂
Grande storia di perseveranza e determinazione a vivere,purtroppo non la conoscevo ma vedrò di approfondirla (specie con il film) ..e noi che ci lamentiamo per la poca durata della batteria del cellulare o dei mezzi in ritardo quando andiamo al lavoro; Che dire?! GRAND’UOMO!!!!
chi la dura la vince
Ciao! Bell’articolo, mi chiedo però una cosa…. non bisogna mollare mai, in questo caso per la sopravvivenza, ok, ma nel quotidiano a volte non mollare può rivelarsi controproducente, per esempio mi piacerebbe cantare (e chi più ne ha più ne metta) mi piace ma col tempo vedo che non ci sono portata, non ho orecchio, la voce è flebile ecc…. insomma i risultati non sono in linea con i miei sforzi … in questo caso perseverare è utile o dannoso?
Ciao Audrey, grazie. Quando le cose non funzionano non è sempre saggio continuare a insistere, soprattutto con lo stesso approccio che non dimostra dare risultati. Se comunque il canto ti piace, non vedo perché smettere. Non è detto che uno debba avere la voce da usignolo per cantare. Ad esempio 9 persone su 10 che sento ai karaoke non posseggono certamente una voce tecnicamente perfetta. Eppure a loro piace e si divertono. Nello stesso modo a tanti piace strimpellare\suonare la chitarra anche se non sono Jimi Hendrix. Non solo. Molti cantanti che hanno fatto la storia della musica non avrebbero… Continua »
Grazie! Rifletterò su quanto mi hai detto 🙂
La resilienza si impara, è necessario volerlo.
Penso che chi abbia questa dote è molto fortunato. Purtroppo non è da tutti.
La resilienza si impara, è necessario volerlo.
Ipermind: Il Miglioramento Personale “Visivo” non riesco proprio a immaginare come possono essere sopravvissuti così a lungo,wow
Esattamente Federico. 47 giorni alla deriva. E una volta catturati rimpiangevano il mare 🙂
Sono entusiasta,grazie
cioè lui e gli altri due erano caduti proprio nel bel mezzo del Pacifico e per 47 giorni hanno vissuto in mare?? non erano approdati su qualche isoletta prima di finire sull’isola giapponese dove sarebbero stati torturati per due anni? comunque storia davvero potente
Ipermind: Il Miglioramento Personale “Visivo” non riesco proprio a immaginare come possono essere sopravvissuti così a lungo,wow
Ti leggo sempre con piacere cercherò di approfittare dei tuoi consigli.
ne ho passate tante provo anche questa poi ti dirò grazie
Si, la citazione piace particolarmente anche a me. A dire il vero però alla chiave di casa ho recentemente messo un bordo di gomma per riconoscerla un po’ prima. Adesso non rovisto più al buio 5 minuti davanti alla serratura 🙂
Di solito è l’ultima chiave che apre la porta…. È un inno alla pazienza, alla costanza, alla perseveranza. Grazie per questo spunto sul quale meditare
Grazie Danny. L’esempio di Zamperini è davvero speciale, e tu ne hai tirato fuori spunti di riflessione che mi daranno molto da fare e da pensare.
Grazie Michela, sono convinto che questi spunti di riflessione avranno un’influenza positiva su te. 🙂
Ciao Danny, la lettura di questo articolo ha avuto un certo impatto su me. No ho visto il film ma ne ho sentito parlare. Non so quale lezione sia più importante, ma mi hanno colpito molto quella del perdono e quella della mente lucida. Ogni volta che leggo un tuo articolo rifletto, cambio, miglioro. Grazie.
Ciao Roberto, grazie. Si, è difficile scegliere quale lezione sia più importante, fortunatamente non dobbiamo sceglierne solo una. Mi piace “rifletto, cambio, miglioro”. E’ un ottimo slogan personale 🙂