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In questo articolo volevo condividere alcune riflessioni un po’ diverse da quelle discusse dai guru della motivazione e della crescita personale.
Queste riflessioni faranno parte di una serie di contenuti chiamati la “Trilogia del Male.” Ti avviso che userò dei toni un po’ forti, ma a volte, per vedere davvero la luce, dobbiamo fissare l’oscurità negli occhi.
Prima di tutto, lascia che ti spieghi cosa intendo per ‘male’. Non aspettarti demoni o mostri. In questo contesto, mi riferisco a dinamiche disfunzionali che si sono radicate nella società moderna.
Queste tendenze permeano la vita quotidiana di ciascuno di noi e, a mio avviso, stanno lentamente trascinando la società verso il basso. Purtroppo, sono subdole come una tossina nell’ambiente che lentamente rovina il nostro organismo. O, in questo caso, la nostra mente.
Gli effetti di questi fenomeni sono molteplici: da una parte, rincoglioniscono le persone, riempiendo la loro mente di mondezza; dall’altra, impediscono agli individui di crescere, di evolvere, e di assumere prospettive sane su ciò che accade attorno a loro. Imprimono nella mente modelli di successo ridicoli.
Il primo villain: l’influencer
Hai mai pensato che il male potesse non indossare mantelli neri, ma costosi abiti firmati e sorrisi perfetti? Infatti il primo villain di questa trilogia è l’influencer. Cos’è un influencer? Un influencer è un individuo che, con i suoi pareri, condiziona il pensiero di altre persone.
Questo fa parte della psicologia umana di base: l’uomo tende a identificare dei leader o a prendere come riferimento delle persone e a seguirle.
Ciò non sarebbe negativo di per sé, se le persone che influenzano avessero qualcosa di valore da offrire. Se una persona ha conoscenze utili in un campo in cui tu non sei competente, è naturale e benefico lasciarsi influenzare da lei. Il problema è quando realizzi chi sono veramente questi “dei” dei social media.
Specchi vuoti e vanity metrics
Qui sì che mi cadono le palle. Spesso si tratta di specchi vuoti, che riflettono solo la propria vanità.
Figure il cui valore aggiunto alla società consiste nel condividere selfie davanti allo specchio, foto di cocktail sulla spiaggia o con la nuova borsetta. Va notato che, nella stragrande maggioranza dei casi, per essere influencer, essere molto belli o molto belle è un requisito necessario, spesso l’unico.
È qui che emerge una delle più grandi contraddizioni di questa figura: la tirannia dell’estetica.
In un mondo in cui l’apparenza diventa la valuta principale, chi non si conforma a certi standard estetici è relegato ai margini della visibilità e del successo. Questo crea una cultura dell’esclusione e della superficialità, dove il valore di una persona è misurato dall’apparenza.
Ritengo sia una cosa atroce lasciare che il proprio pensiero e i propri comportamenti siano influenzati da figure di questo livello.
L’assurdità del consumo: 600 euro per essere “uguali”
Ora voglio raccontare un aneddoto che mostra bene i risvolti deliranti di questo fenomeno. Quando si parla di influencer, la più famosa è la Ferragni, e a tal proposito ricordo di essermi imbattuto tempo fa nel video delle sue scuse per la vicenda dei pandori.
Ovviamente, ho resistito solo pochi secondi, sufficienti però per notare quello che mi sembrava un terribile pigiama grigio e l’aria un po’ sciatta dell’influencer. Lì per lì ho pensato che fosse una strategia comunicativa: mi faccio vedere in un contesto domestico semplice, come tutte le persone comuni, per creare empatia.
Qualche giorno dopo, sono rimasto letteralmente sbigottito nel leggere la notizia sul Corriere: “La tuta di Chiara Ferragni sold out: il modello ‘delle scuse’ esaurito in ogni colore.” Il prezzo di quella tuta? 600 euro.
Cioè, anche se non promosso direttamente dall’influencer, il semplice fatto di indossare quel terribile maglione ha fatto sì che i suoi fan corressero a sborsare 600 euro per comprarlo.
(Chiarisco che non ce l’ho con la Ferragni come persona, ma con il fenomeno che rappresenta e le sue conseguenze sulla nostra società).
Questo episodio rivela un altro paradosso inquietante: l’assurdità del consumo nell’era degli influencer. Si compra non per necessità, ma per emulare un idolo che, alla fine, non offre nulla di veramente utile o concreto.
A questo punto, le considerazioni che si possono fare si estendono. Si tratta di persone che avranno figli e li educano. In che modo queste persone possono educare i loro figli? Quali valori trasmettono? Attraverso quali criteri scelgono le persone che guidano il paese? Non c’è da stupirsi se la società moderna va a rotoli.
Una generazione plasmata dalla visibilità e dal consenso
Mentre molti influencer predicano crescita personale e successo, contribuiscono in realtà a creare generazioni che misurano il proprio valore in base alla visibilità e al consenso sociale, piuttosto che attraverso lo sviluppo di competenze reali e valori solidi.
È come se la vita stessa fosse diventata una performance continua, dove ogni scelta deve essere visibile, ogni emozione condivisibile, e ogni successo, per essere tale, deve essere convalidato dai numeri sui social media.
Come possiamo proteggerci da questa piaga sociale?
In teoria, potrebbe bastare un po’ di spirito critico, ma siccome l’influenza maligna si può estendere anche su personaggi apparentemente più “seri,” voglio condividere la mia semplice strategia che filtra il 99% di questi “Burattini dei like”
Premetto che non seguo nessun creator digitale se i suoi contenuti sono solo di intrattenimento (e la maggioranza lo fa). In generale, mi pongo due semplici domande:
- “Questa persona sa davvero di cosa parla?”
E non mi riferisco ai titoli accademici, ma alla competenza pratica. Mi chiedo se questa persona abbia esperienza diretta, se i suoi consigli derivano da risultati concreti e se è in grado di adattare i suoi insegnamenti alle situazioni reali. - “Questa persona mi offre spunti o strategie utili e concrete per migliorare la mia vita e quella dei miei cari, tenendo conto del bene di tutti?”
Se la risposta a entrambe le domande è affermativa, allora sì, questa persona merita di influenzare il mio pensiero. Altrimenti, tanto vale ignorarla.
Il potere della scelta consapevole
In un mondo ossessionato dall’apparenza, è importante ricordare che la vera influenza non si misura in follower, ma nell’impatto positivo che abbiamo sulle vite degli altri.
In fondo, essere influenzati è una scelta. Ogni giorno decidi a chi dare ascolto, da chi farti guidare. È essenziale che questa scelta sia consapevole e ponderata, perché le voci che lasci entrare nella tua mente plasmano il tuo mondo interiore e, di conseguenza, il tuo futuro.
Scegliere con cura chi influenzerà il tuo percorso significa anche scegliere chi vuoi diventare. Circondati di persone che ti spingano a essere la versione migliore di te stesso, sia nella vita che nel mondo digitale.
Mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensi, fammi sapere nei commenti! Se trovi l’articolo stimolante, condividilo con chi pensi possa apprezzarlo. Più menti critiche avremo, più forti saremo contro le forze del “male”.
P.S. Prossimamente, ti svelerò gli altri due volti di questa trilogia del male, ancora peggiori di questo. Resta sintonizzato.
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Un Iper-abbraccio ✌️
Grazie Danny, in questo momento della vita sono un insegnante, seguendo il tuo articolo, che condivido al 100%, imposterò una lezione per i miei alunni, sperando di portarli a riflettere.
Grazie mille
Ciao Massimo, visto che le vittime principali di questo fenomeno sono i giovani, la classe è il contesto più efficace e utile che sia per condividere spunti di riflessione a tal riguardo, bravo!
Articolo a dir poco stupefacente. Ti ringrazio per aver condiviso con noi questo pensiero. Concordo su tutto.
Grazie Linda
Di influencer ce n’erano anche in passato. Però erano persone famose perché erano attrici o cantanti o comunque si erano distinte per meriti in qualche campo. Ora purtroppo è pieno di personaggi senza arte che passano il tempo a riprendersi, fotografarsi e esporsi online.
Bravo Danny per aver parlato di questi aspetti! è veramente ora di dirlo, di urlarlo: dentro a queste “scatole” glitterate e infiocchettate non c’è proprio nulla! Anzi, mi correggo: dentro c’è qualcosa che, nonostante l’apparenza, genera frustrazione, ignoranza, impoverimento di anima e mente. Noi adulti possiamo riconoscerlo e difenderci, gli adolescenti troppo spesso non hanno gli strumenti per farlo. Sono contenta che una parte di noi abbia consapevolezza di questa grande fuffa. Grazie di contribuire non solo a parlare del fenomeno, ma anche a darci strumenti per un sano distacco e un prezioso lavoro di arricchimento delle nostre anime. un… Continua »
Ciao Silvia grazie, per l’apprezzamento, “scatole” glitterate mi piace 🙂
Hai perfettamente ragione DannyZ e come coach mi sono resa conto che anche in questo ambiente c’è molta fuffa. Purtroppo si seguono i valori che ti rappresentano, se il successo e i soldi facili sono il tuo valore più importante va da sé che segui influencer di questo tipo, se invece i tuoi valori sono altro come l’amore, la cultura o il tuo “perché ” (il significato che dai al tuo scopo nella vita) di certo non seguirai tali guru del successo. Io cerco il valore delle persone, soprattutto donne e giovani, che fanno più fatica a credere in se… Continua »
Ok questo per quanto riguarda la generazione social ma il “male” non credo sia tutto lì se si considera che chi nella nostra società e nel mondo sta “influenzando” il nostro pianeta dritto verso la fine dell’umanità non è cresciuto nei social ma probabilmente li ha creati, quindi bisognerebbe riconoscere quel male.. A mio modesto parere e aspetto con ansia il proseguo della tua trilogia
Caro Danny, hai ragione al 100% su quello che hai scritto. Ho una figlia adolescente e mi spaventa un po’ questo scenario.
Credo che il problema non sia negli influencer, ma nei loro follower. Se si ignorassero, certi personaggi scomparirebbero. Ti ringrazio per questi spunti di riflessione.
Certamente, basterebbe ignorarli, ma ciò è possibile solo sviluppando uno spirito critico e una consapevolezza dei risvolti nascosti che ho elencato in questo articolo.
Ciao DannyZ, purtroppo ormai conta tantissimo l’apparenza e altri aspetti superficiali. Personalmente me ne tengo alla larga dai social. Grazie per la tua acuta analisi!
Grande articolo! Grazie per averlo condiviso. Credo che oltre al danno ci sia anche la beffa. Tutta questa generazione di influenzer senza nessuna cultura o “qualità”, che si espone con ogni mezzo possibile, ci sono anche moltissimi giovani che di qualità ne hanno, ma che magari timidi o introversi fanno l’esatto opposto degli influenzer nascondendosi alla società ed impoverendola dei talenti e di preziose risorse. Cosa ne pensi Danny?
Ciao Angelo, infatti è un tema anche questo: chi ha talenti e qualità utili alla società ma che magari resta nell’ombra perché non allineato alle dinamiche descritte nell’articolo. È un vaso di Pandora questa tematica.
Questo articolo ci fa capire quando siamo ignoranti e subdoli di influenze esterne che non permettono di avere una crescita e ne una consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo..
Condivido in toto. E’ necessario sapersi proteggere da queste nefandezze.
Articolo veramente centrato e di spessore, personalmente non seguo alcuna di queste tendenze e ho sempre cercato di inculcare nei figli il pensiero che le cose importanti della vita meritano impegno e sacrificio, che la conoscenza genera coscienza e soprattutto che l’ apparenza è fine a se stessa e fuggevole. Nonostante ciò mi rendo conto tristemente che ora tali figure influenzano le menti dei nostri giovani più di quanto vorremmo e che possiamo solo cercare di contrastare tale fenomeno perseverando nel dare buon esempio e parlando il più possibile con i nostri ragazzi favorendo lo sviluppo di uno spirito critico… Continua »
Ho apprezzato moltissimo il tuo articolo!
Concordo. Hai descritto il vuoto a perdere che ci circonda
L’estetica fasulla (ma anche l’estetica tout court), da sempre (vedi Rinascimento, per es.) influenza chi non sa o non impara a guardare e a soppesare (non a “valutare” o a “giudicare”). Anche le parole e le competenze di chi appare “in pubblico”, non solo l’eventuale estetica, vanno vagliate. A volte e oggigiorno in particolare, non è facile, perché esistono molti camuffamenti, spesso irriconoscibili, non smascherabili (per es. fake news). E poi ci sono i promotori della leggerezza e del divertirsi (sacrosante attitudini), che cosi pensano di opporsi all’intellettualismo e alla seriosità, ma possono favorire appunto la superficialità. Spero che nelle… Continua »
Ciao DannyZ,
io ho una figlia adolescente che purtroppo segue alcuni di questi influencer e ciò mi fa una gran paura perchè temo che il suo senso critico non sia abbastanza sviluppato da proteggersi da questa tipologia di persone. grazie per i tuoi spunti di riflessione!
A presto
Rita
Ciao Rita, purtroppo i giovani sono le vittime più indifese di questi fenomeni. Servirebbero più anti-influencer. 🙂
Condivido ogni parola del tuo articolo.
La problematica aggiornata è riuscire a consapevolizzare.
È faticoso “ripulirsi”.