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7 ingredienti dello storytelling per raccontare storie di successo.
L’orologio ticchettava e da poco aveva segnato la mezzanotte. Me ne stavo comodamente seduto sul divano a leggere sotto la fioca luce della lampada La stanchezza della giornata si stava facendo sentire e le palpebre si stavano lentamente abbassando…
Quando ad un certo punto SCRASH!! SBAAM!!
Un rumore forte e secco mi svegliò immediatamente dallo stato di torpore! Che diamine stava accadendo in cucina? Irrequieto mi alzai per andare a vedere cosa fosse successo. Aprii la porta… non potevo credere a ciò che stavo vedendo… era…..
Immagino che a questo punto ti piacerebbe sapere cosa sia accaduto quella notte a casa mia. Questo è il potere delle storie 🙂
L’universo non è fatto di atomi, ma di piccole storie. Muriel Rukeyser Tweet
Sin dagli albori della civiltà le storie hanno sempre esercitato un potere profondo sulla mente umana. Infatti, già oltre 30-40 mila anni fa i nostri paleo-antenati raffiguravano scene di caccia e di danza sulle pareti delle loro cavernicole abitazioni attraverso le prime pitture rupestri, tramandandoci così le loro storie.
Dovevano inventarsi qualcosa per passare il tempo non avendo Facebook e televisione 🙂
Le storie possono intrattenere, insegnare, motivare, tramandare saggezza, farci sognare, esplorare nuove idee, farci condividere esperienze.
Alcune forme di storie tradizionali, leggende, miti e storie religiose hanno una profonda risonanza simbolica e sanno catturare qualcosa di essenziale sull’esperienza umana. Rappresentano i temi che ricorrono nelle culture di tutto il mondo. Lo psicologo Carl Jung diceva che le storie archetipiche hanno un profondo effetto sulla nostra mente inconscia e che esiste una coscienza collettiva di una particolare cultura o dell’intera razza umana.
Continuando la lettura di questo articolo scoprirai una strategia per:
- Migliorare le tue abilità comunicative
- Catturare l’attenzione di un gruppo di persone
- Essere più carismatico
Cos’è lo storytelling?
Lo storytelling è forse la più antica forma d’arte. Ascoltare una storia è come essere toccati nel cuore e nella mente, nel corpo e nello spirito. Una persona racconta una storia e l’altra l’ascolta, così la storia si anima e prende vita coinvolgendo più animi contemporaneamente.
Possono esserci diversi tipi di storie: miti, leggende, storie popolari delle diverse culture, favole, storie vere, vecchie storie, barzellette, storie tristi, storie fantastiche e tante altre. Raccontare e ascoltare una storia è molto diverso dal leggerla. Uno “storyteller” interiorizza la storia e poi la ricrea dalla memoria, usando la sua voce e linguaggio del corpo per trasmetterne il significato.
Lo storytelling è il modo più potente per trasformare le idee in parole oggi. Robert McKee Tweet
Anche chiamata la “scienza della narrazione”.
È una tecnica narrativa che può essere applicata al marketing, all’insegnamento, alla politica, al motivare, alle tecniche di comunicazione per parlare in pubblico. Lo storytelling può essere un entusiasmante modo per coinvolgere anche gli studenti meno interessati, può aiutarti a migliorare le tue abilità sociali e renderti un piacevole intrattenitore.
La parola storia deriva dal greco e significa conoscere, sapere e saggezza. Gli esseri umani sembrano avere una tendenza naturale a pensare, parlare, essere ricettivi e a processare la propria esperienza sotto forma di storie.
Il cervello diventa più attivo quando ascolta una storia.
Ascoltare una storia, attiva non solo le aree del cervello deputate alla comprensione del linguaggio, ma anche le aree che usiamo quando sperimentiamo gli eventi. Ad esempio se qualcuno ci racconta di quanto sia delizioso il sapore di certi cibi anche la corteccia sensoriale potrà attivarsi.
Quando condividiamo con gli altri le storie che per noi sono state significative e che hanno cambiato il nostro modo di vivere, esse potranno avere lo stesso effetto su chi le ascolta. Il neuroscienziato di Princeton, Uri Hasson dice che il cervello della persona che racconta e quello dell’ascoltatore possono sincronizzarsi durante lo storytelling.
Un altro dato interessante è che gossip e storie personali rappresentano circa il 65% delle nostre conversazioni. E qui ti ho svelato il segreto del successo di certe riviste da spiaggia 🙂
7 ingredienti per una storia di successo
1) Le storie parlano di persone.
Le persone si connettono con altre persone, assicurati quindi di centrare la tua storia su un personaggio realistico e credibile. Un personaggio con cui identificarsi è ciò che serve all’ascoltatore per comprendere meglio la storia e connettersi con essa.
I migliori raccontatori di storie cercano nei loro ricordi ed esperienze di vita un modo per illustrare il loro messaggio.
Quale evento nella tua vita vorresti condividere per trasmettere un’idea in cui credi? Pensa ad un momento in cui i tuoi fallimenti ti hanno portato al successo, o ad una lezione che ti è stata trasmessa da un parente o un insegnante. Alcune persone possono avere una naturale tendenza a non voler condividere dettagli personali ma gli aneddoti che illustrano sfide, fallimenti e ostacoli da superare sono quello che rendono i leader autentici e vicini; la chiave per creare personaggi con cui ci si possa identificare sta nel mostrare la propria vulnerabilità.
2) La struttura della storia.
Al giorno d’oggi la nostra soglia di attenzione è sempre più striminzita e le persone si stancano presto. Ad esempio in questo momento sto lottando contro un forte impulso a controllare la casella di posta 🙂
Quindi quando racconti una storia rendila coinvolgente, lascia un po’ di suspense, le persone dovrebbero chiedersi “come finirà?” “Cosa succederà dopo?” Se i personaggi della tua storia raggiungono i loro obiettivi dovrebbero aver incontrato ostacoli o qualcosa che desti l’attenzione del pubblico.
Una struttura particolarmente efficace è quella elaborata da Chip e Dan Heath nel libro “Made to stick” basata su i 6 punti riassunti dall’acronimo SUCCES, e cioè:
- Simple (semplice): trova il nucleo centrale di ogni idea
- Unexpected (inaspettata): cattura l’attenzione sorprendendo l’ascoltatore
- Concrete (concreta): assicurati che un’idea possa essere compresa e ricordata
- Credible (credibile): l’idea deve essere credibile
- Emotional (emozionante) la storia deve esprimere emotivamente l’importanza dell’idea.
- Stories (Storie che incoraggiano l’utilizzo di un’idea attraverso la narrazione)
3) Cattura l’attenzione.
Inizia il tuo racconto interagendo con chi ti ascolta o facendo qualcosa per catturare l’attenzione. Fai una domanda, anche se si tratta di una domanda retorica, che porti alla conclusione, colpi di scena o crea situazioni per la storia che stai raccontando. In alternativa puoi fare un’affermazione che catturi l’attenzione (crea una specie di uncino, l’equivalente di un titolo accattivante). Questo trucchetto forzerà la loro attenzione a focalizzarsi sulla storia e far si che vogliano ascoltare di più.
4) Far leva sui 5 sensi.
“Per ottenere il massimo impatto bisognerebbe far leva su tutti i 5 sensi, far leva sulle emozioni più che sull’intelletto”, spiega Nancy Lamb. Il linguaggio sensoriale, fatto di metafore, aiuta enormemente nel fare immergere l’ascoltatore nella storia che si sta raccontando. Calvino uno dei miei scrittori italiani preferiti era veramente un maestro in questo.
5) Verbale e non verbale di uno storytelling coi fiocchi.
Gli esseri umani non sono inclini a pensare a cose che non li riguardano. Le storie smuovono le emozioni non per manipolare, o per avere un effetto melodrammatico ma per rompere il rumore di fondo delle informazioni che continuamente ci inondano e ci danno il messaggio: questo è degno di attenzione.
Genera mistero, suspense… sussurra qualcosa come per svelare un segreto, oppure declama un’informazione come se fossi un attore. La comunicazione paraverbale e l’uso del tuo linguaggio del corpo svolgono la parte più importante per veicolare le emozioni della storia. Spesso infatti pensiamo erroneamente che le emozioni siano trasmesse da quello che diciamo piuttosto che da come lo diciamo.
Usa quindi gesti illustratori delle mani. Parlare con i gesti delle mani può farti passare dal sembrare come un manichino rigido e legnoso a qualcuno capace di coinvolgere il pubblico. I gesti delle mani infatti possono trasmettere emozioni, catturare l’ attenzione e creano una sensazione di azione.
6) Mostrare, non raccontare.
Le storie mostrano, non raccontano. Questa è una delle massime fondamentali dello storytelling. Il tuo pubblico o chi ti ascolta dovrebbe vedere immagini, sentire conflitti e diventare maggiormente coinvolto nella storia e non sentire elencarsi una serie di fatti.
7) Le storie hanno un significato profondo.
Quando sei arrivato al termine della tua storia chi ti ha ascoltato dovrebbe sapere esattamente perché ha affrontato questo viaggio con te. Alla fine, questa è forse la regola più importante di tutte.
Nancy Duarte (l’esperta di storytelling) si riferisce a questo punto come allo “STAR moment”, Something To Always Remember, insomma qualcosa di memorabile.
Come vuoi che si senta chi ti ascolta?
Cosa vuoi che si ricordi?
Qual è il momento critico della storia?
Assicurati di sapere quale messaggio vuoi che il tuo pubblico si porti a casa così che la storia che hai raccontato sia una che possano ricordare e ri-raccontare.
Le grandi storie accadono a chi è in grado di raccontarle. Ira Grass Tweet
La montagna dello storytelling.
Lo “story mountain” ti aiuterà nella pianificazione della trama della tua storia.
Per concludere.
A questo punto voglio concludere con una citazione di Janet Litherland che secondo me riassume in modo eccellente il potere racchiuso nello storytelling:
“Le storie hanno un potere. Esse intrattengono, incantano, toccano il cuore, ispirano, motivano, sfidano. Ci aiutano a capire. Stampano un’immagine nella nostra mente. Vuoi dire una cosa importante o sollevare una questione? Racconta una storia. “
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P.S. La realizzazione di questo articolo ha richiesto circa 2 giorni, tempo che ho sottratto dal mio passatempo preferito: difendere la terra dalle minacce aliene:-) Se hai trovato l’articolo utile e vuoi ringraziarmi per il tempo che ti ho dedicato, condividilo utilizzando i pulsanti sottostanti.
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A presto
interessantissimo
Grazie Claudia
Super!
Mi cosigli un libro per approfondire meglio l’argomento? 🙂
Ciao Alice, grazie per l’apprezzamento e per avere condiviso la tua esperienza.
A casa mia siamo tutti molto bravi a raccontare e a raccontarci. Io ultimamente mi sono cimentata per motivi educativi, scrivendo un racconto per bambini. L’ho trovato utile anche per esprimere sentimenti che non riuscivo a esternare altrimenti, ma che non potevano restare lì. Anche se devo ancora trovare il modo per consegnare il racconto… In ogni caso, con una laurea in giurisprudenza quasi in tasca, mi piacerebbe esplorare questo mondo dei racconti e, perché no?, farne una professione… Vedremo!! Ah ottimo sito! Una miniera di idee e spunti!!
Ciao Alice, grazie per l’apprezzamento e per avere condiviso la tua esperienza.
Proprio ieri mi è capitato di presentare una ricerca relativamente alla storia del Messico: nell’introduzione ho utilizzato l’espressione “Lasciate che vi racconti una storia” ed ho subito notato come fosse stata efficace. Infatti, è stato palese come il mio uditorio si fosse scosso dal torpore in cui era avvolto, a causa delle precedenti perorazioni, che ho trovato mono tone, per riprendere l’espressione di Simone. I tuoi consigli, Danny, sono sempre i migliori. Leggo ogni volta i tuoi articoli che mi hanno aiutato particolarmente. Sarà per omonimia – anche io mi chiamo Daniele – ma spesso mi ispiro a te: idee,… Continua »
Interessantissimo! Mi piacerebbe approfondire Grazie 🙂
Grazie Roberta, nel commento a Salvatore ho suggerito alcune risorse interessanti per approfondire l’argomento.
Grazie mille!!!!
Sono Roy, è da un po che mi dai la CACCIA…e come si Vede laPerseveranza
PREMIA!
Tra i primi giorni di Dicembre, mi di metteranno dal Hospital!,(dopo 6 mesi!)
Non vedo l’ora di ordinare i tuoi prodotti. ?
GRAZIE MILLE.
veramente bello questo articolo.Comlimenti!Vorrei sapere se esistono anche delle mappe mentali che aiutano a sviluppare una storia.
ciao
Grazie Turbini, avevo trovato una mappa carina sullo sviluppo di una storia e vista la tua richiesta ho deciso di inserirla nell’articolo.
Ciao Danny, l’articolo è molto interessante, ma è molto teorico, per me sarebbe più chiaro e coinvolgente con qualche esempio pratico.
Comunque grazie mille per questi articoli.
Ciao Paola, mi fa piacere che l’articolo ti sia piaciuto. Poichè non ero sicuro dell’interesse sullo storytelling avevo deciso di non dilungarmi eccessivamente. Tuttavia se l’articolo avrà un riscontro positivo farò un ulteriore approfondimento sull’argomento inserendo esempi pratici per le diverse aree. Grazie per il feedback
P.S. Mettere 2 emoticon? 😉
Grande Danny! Proprio in questi giorni, mi vado chiedendo come parlare alle persone interessate alla mia attività, evitando di usare un linguaggio “mòno tòno” e monotono (passami il termine fra virgolette ma serve per distinguerne il senso). Ho sempre l’impressione di starle a guidare verso “un’ipnosi regressiva/trascendentale” :-O più che coinvolgerle nei miei progetti. Credo questo articolo sia proprio adatto a me. Credo anche di poterlo applicare in vari ambiti. Appena potrò sperimentarla per bene, ti farò sapere come va… Sono certo che funzioni, dipenderà da come la applicherò. Grazie ancora per i tuoi tanti utili aggiornamenti. Buon lavoro e… Continua »
Complimenti!
Davvero interessante da mettere in pratica subito
Ottimo Tom! Come ho detto a Simone, apprezzo un sacco le persone che hanno questo atteggiamento del voler mettere in pratica e sperimentare le tecniche. Buona pratica 🙂
Ciao Danny , questo è un articolo fantastico…come al solito del resto 😉 ti volevo chiedere una cosa, dato che l’argomento mi interessa e vorrei approfondire , puoi indirizzarmi in questo senso? Grazie, continua così 😉
Ciao Salvatore, grazie per l’apprezzamento. Esistono numerose risorse valide sullo storytelling.
Io inizierei con il guardami questo video (con sottotitoli in italiano) http://www.ted.com/talks/andrew_stanton_the_clues_to_a_great_story
e poi approfondirei con i seguenti libri:
“Made to Stick: Why Some Ideas Survive and Others Die” di Chip e Dan Heath,
Il classico “The Hero with a Thousand Faces di Joseph Campbell, infine con
“Whoever Tells the Best Story Wins” di Annette Simmons
🙂
Grazie Danny per la tempestiva risposta 🙂 ti volevo chiedere solo un altro paio di cose : esiste materiale italiano di qualità, con l’inglese sconvolto scarso 🙁 e comunque nel caso quale dei 3 libri che mi hai consigliato è più pratico? E quale con l ‘inglese più semplice? Scusami per tutte queste domande…
Ciao Salvatore, mi sono appena accorto che il libro di Joseph Campbell “L’eroe dai mille volti” è stato anche tradotto 🙂
Poi sempre in italiano ci sono anche questi due libri interessanti:
“Storytelling kit. 99 esercizi per il pronto intervento narrativo” di Andrea Fontana e
“Il viaggio dell’eroe. La struttura del mito ad uso di scrittori di narrativa e di cinema” di Chris Vogler e J. Loreti
Mitico!