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Hai un dialogo interno negativo? In questo articolo scoprirai come disattivarlo.
Se è un po’ che segui IperMind ti sarà familiare lo stile scherzoso con cui mi piace parlare di crescita personale.
(Ciononostante, ogni tanto qualcuno mi chiede se sono serio quando scrivo che il mio passatempo preferito è difendere la terra dalle minacce aliene :-))
Autoironia e umorismo sono risorse straordinarie per coltivare il migliore atteggiamento possibile.
Ormai conoscerai anche una delle mie citazioni preferite di Tolle, ossia “La vita non è così seria come la mente vuole farti credere” 🙂
A tal proposito, in questo articolo, condividerò una tecnica pratica che basa la sua forza proprio sull’umorismo.
La tecnica ti aiuterà a disattivare, con leggerezza e in modo efficace, gli effetti spiacevoli di uno dei processi mentali più importanti nell’influenzare il tuo stato emotivo.
Indice
Il dialogo interno negativo.
Hai presente quella vocina interna fastidiosa che ti dice:
“Tanto non ce la farai..
hai sbagliato ancora..
hai fatto la figura da stupido…”?
Ecco, lei 🙂
Una delle migliori definizioni del dialogo interno negativo l’ha data Steve Andreas nel suo libro Transforming Negative Self-Talk:
“…è quella voce interiore che può ricordarci fallimenti passati, dolori o delusioni, torturarci con critiche o abusi verbali, descrivere scenari futuri spaventosi o sgradevoli o disturbarci in altri modi.”
Mettere a tacere la vocina interna non funziona.
Questo incessante commentatore interno tipicamente sfugge al controllo cosciente. Avviene in modo automatico ed è praticamente impossibile fermarlo per lunghi periodi di tempo. Nemmeno i monaci buddisti riescono a farlo.
Al contrario il tentativo di bloccarlo può rendere il dialogo interno ancora più intrusivo e fastidioso.
Eccetto alcune persone che possiedono un danno all’area del cervello associata al linguaggio o alle persone nate completamente sorde, tutti possediamo un dialogo interno.
Ovviamente questo ha anche una funzione estremamente utile. Ci permette di formare e comprendere il linguaggio, di costruire pensieri e organizzare la propria esperienza interna ed esterna. La vita insomma. 🙂
Tra due giorni si terrà quell’appuntamento…
….questa settimana ho diversi compiti da svolgere…
…quel panino farcito fotografato nel menù sembra buono. 🙂
Il problema insorge quando gli effetti di questa voce sono distruttivi e sfuggono al tuo controllo. Come spessissimo accade.
Come equilibrare un dialogo interiore negativo.
Per mettere a tacere il dialogo interno negativo spesso le persone utilizzano metodi che provocano un breve sollievo temporaneo a fronte di importanti conseguenze negative a lungo termine.
Droga, alcool e cibo, solo per citarne alcuni.
Sul dialogo interno negativo si può lavorare in numerosi modi, ad esempio:
- Cambiandone il contenuto (es. reframing)
- Distanziandosi da ciò che dice (es. defusion)
- Ridirigendo l’attenzione (es. meditazione dell’attenzione, pratica del momento presente)
- Intervenendo sui processi mentali che lo influenzano (es. cambiando le convinzioni)
- Abbassando l’energia emotivia ad esso associata (Es. Tapping, Core).
- Cambiando la struttura del contenuto senza alterarlo (es. locazione, distanza, tonalità).
Alcuni di questi approcci non sono nemmeno presenti nel libro di Andreas, nonostante lo apprezzi molto come autore.
Per la maggioranza di questi interventi ho già condiviso in passato su IperMind strategie e risorse.
Oggi volevo aggiungere una simpatica tecnica basata sull’ultimo approccio dell’elenco, quello che non prevede la modifica del contenuto verbale.
Come anticipato la tecnica include un pizzico (abbondante) di umorismo che la rende particolarmente efficace.
Come disattivare il dialogo interno negativo con la tecnica Sputipuzzi.
Ecco come mettere in pratica la tecnica:
Quando ti accorgi che la vocina interna negativa sta iniziando a parlarti, fermati un attimo e nota cosa ti sta dicendo.
Senza cambiarne il contenuto, assegna alla voce un tono comico e divertente. Un tono che invano cerca di essere spaventoso ma in realtà finisce per essere ridicolo.
Immagina che sia uno di quei mostriciattoli un po’ sfigatelli che ci sono in alcuni cartoni animati per bambini.
Assegna un nome buffo a questo mostriciattolo lamentoso.
Ad esempio Sputipuzzi 😊
Ascolta Sputipuzzi che come un disco rotto pronuncia le solite parole negative.
Ora dovrebbe essere più difficile prenderlo sul serio:-)
Impara a riconoscere la vocina negativa appena affiora. Potresti commentare il suo arrivo dicendo: “Ecco di nuovo Sputipuzzi…” Se dovesse essere insistente con i commenti sterili: “Parla pure Sputipuzzi, tanto lo sai che non ti ascolto.”
Consigli aggiuntivi per potenziare la tecnica.
Un elemento molto importante nel determinare l’impatto emotivo del dialogo interno è il volume.
Come ben saprai una persona che ti urla può essere molto più fastidiosa di una che ti parla a bassa voce. Questo fenomeno vale anche per la voce interna.
Potresti a tale scopo immaginare di avere una manopola che regola il volume della voce.
Altri parametri molti importanti con cui ti invito a sperimentare, sono la posizione e la distanza. Prova a spostare la voce di SputiPuzzi fuori e attorno a te. Sopra, sotto, ai tuoi lati. Poi prova ad allontanarla dal tuo corpo.
Nota il tuo stato interno come reagisce a questi spostamenti. Potresti avere delle piacevoli sorprese. 🙂
Ti accorgerai con la pratica di come gli effetti negativi della vocina critica dureranno sempre meno e si faranno sempre più deboli.
Una risorsa aggiuntiva
Un’altra tecnica molto potente, capace di neutralizzare l’influenza negativa del dialogo interno, l’ho condivisa nel programma NeuroBooster.
Ecco alcuni feedback della tecnica condivisi nel gruppo.
Nei feedback associati alla tecnica (più di 90 😮) che i partecipanti hanno lasciato all’interno del gruppo, si possono trovare spunti geniali per gestire in modo positivo la vocina interna.
C’è chi ha provato ottimi benefici nell’associare al dialogo interno la voce di Alberto Sordi. Chi nel spostare la vocina interna sulle chiappe. Ovviamente non ti sto suggerendo di provare la stessa cosa… o si? 🙂
Va precisato che all’interno di NeuroBooster, la tecnica è solo una tra le decine presenti all’interno di un percorso molto più ampio.
Un percorso profondo che migliora alla base il dialogo interno, rendendolo in modo naturale più positivo e felice, capace di donare un bel sorriso allo SputiPuzzi interno 🙂
>>Puoi unirti ai partecipanti di NeuroBooster qui.
Per concludere.
Pochi processi mentali hanno un impatto sul tuo stato emotivo e di conseguenza su ogni cosa che fai come il dialogo interno. Non c’è infatti un singolo giorno nella tua vita che questo commentatore invisibile non sia presente.
Quando questa vocina invece di incoraggiarti ti abbatte, invece di spingerti a fare del tuo meglio ti demotiva, è di estrema importanza monitorarla e gestirla in modo adeguato.
Con la tecnica dello Sputipuzzi, potrai farlo in un modo efficace e divertente.
P.S. Se dovessi dare un voto al tuo dialogo interno, da zero a dieci, quanto sarebbe negativo?
Fammi sapere qui sotto nei commenti il nomignolo buffo che da ora in poi assegnerai al tuo criticone interno. 🙂
Il tuo Sputipuzzi insomma.
Danny “Acchiappa Sputipuzzi” Z 😉 ✌️
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Mi piace questo esercizio lo provero di sicuro,la chiamerò puzzola,infatti ieri per l’ennesima volta la puzzola ha sabotato il mio lavorino artigianale che il mese prossimo vorrei vendere,ma stavolta la butto fuori campo,e finisco con gioia il lavoro cosa assicurata,grazie di cuore
Io voglio chiamarla sputipuzzi come l hai chiamata tu perche e un nome ridicolo in questo modo dovrebbe smontare la vocina seria blocca tutto che tanto disturba e che purtroppo sempre interviene
Grazie nella
Ciao, grazie di esserci. La mia vocina mi ha fedelmente accompagnato tutto il giorno oggi, te la presento si chiama Pigna!
Ciao Ele, carina Pigna 🙂
Ciao Danny, innanzitutto grazie per questa ennesima preziosa e utile condivisone. Il nome della mia vocina interna d’ora in poi sarà Grumpy 🙂 Ora applico la tecnica e poi ti faccio sapere:-)
Ottimo Mara, salutami Grumpy 🙂
Ciao DannyZ grazue di cuore per quest’ email, quella vocina mi chiacchiera spesso, anch’io la chiamero sputipuzzi, poi se troverò un altro nome te lo dirò.