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In questo articolo scoprirai la piramide dell’empatia di Karla McLaren.
Per via del mio percorso personale, la gestione della sfera emotiva è la ragione principale dell’esistenza di questo blog. Non potevo quindi non dedicare un articolo speciale a una delle più importanti e poco discusse componenti dell’emotività umana.
Quand’è stata l’ultima volta che guardando un film, nella scena più intensa, che spesso corrisponde al passaggio del protagonista a miglior vita, 🙂 ti è scesa una lacrimuccia?
Questa è una reazione comune, che avviene non solo a chi possiede un cuoricino di marzapane, ma fortunatamente anche a chi vorrebbe passare per un maschio duro e magari un po’ se ne vergogna. 🙂
La capacità di immedesimarsi pienamente in quello che vivono i personaggi di un film, come se stessi partecipando a un evento reale, è uno degli esempi più lampanti di cosa significhi provare empatia.
Continuando la lettura di questo articolo scoprirai come:
- Comprendere meglio la comunicazione non verbale, tua e degli altri
- Gestire al meglio i conflitti
- Imparare a motivare le persone che ti circondano, una caratteristica posseduta dai leader empatici
Cosa ci rende umani?
L’empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo può ricevere in dono. Charles Darwin
Per tanto tempo si è pensato che l’uomo sia sopravvissuto e si sia evoluto grazie ad opportunismo, avidità e grazie all’utilizzo di una mente intelligente capace di costruire utensili e strumenti che lo ha portato in cima alla catena alimentare. Solo recentemente anche gli scienziati hanno cominciato a considerare l’importanza di sentimenti d’amore e di connessione come una delle maggiori possibilità di sopravvivenza e evoluzione per gli uomini.
L’empatia è un argomento scottante negli ultimi decenni e sono stati pubblicati innumerevoli articoli, studi e dibattiti su questo tema.
L’empatia è stata definita come “mi sento con te” (I feel with you), diversamente dalla compassione che è stata definita come “mi sento per te” (I feel for you). Con l’empatia condividiamo il dolore di un’altra persona e siamo veramente consapevoli degli effetti delle nostre azioni su lei. Con la compassione invece desideriamo liberare le persone dal dolore.
Discorso di Obama. Colmare il deficit empatico nel mondo.
Nonostante i tipici discorsi politici mi facciano cadere le braccia, reputo particolarmente importante e diverso il messaggio lanciato da Obama l’11 agosto 2006 .
«Si parla molto del deficit federale, ma dovremmo parlare di più del nostro deficit di empatia, dell’abilità di metterci nei panni altrui: il bimbo che ha fame, il metalmeccanico che è stato licenziato, la famiglia che ha perso la casa nell’uragano. Quando allarghiamo così l’orizzonte delle nostre preoccupazioni fino a includere degli estranei, diventa arduo non agire, non aiutare».
L’umano Kirk o il calcolatore Spock?
Lo spazio mi ha sempre affascinato. Mi rammarico di non essere nato in un periodo nel quale i viaggi interstellari siano possibili.
Continuo comunque a stimolare la mia fantasia in tal senso guardandomi ogni tanto una puntata di Star Trek, la serie classica. Si lo so, oggi fanno un po’ ridere gli scenari alieni fatti di cartapesta e i cieli di cartone colorato. Ma glielo si concede a una serie televisiva degli anni 60 🙂
Poiché è uno dei più famosi personaggi di fantascienza, di questa serie avrai presente il Signor Spock, il personaggio vulcaniano dalle orecchie a punta tutto logica e privo di emozioni.
Il nostro cervello non funziona così. Rimuovendo le emozioni una persona non migliora la sua capacità decisionale.
Il neuroscienziato Antonio Damasio ha infatti studiato le persone che avevano perso la loro capacità di sentire le emozioni. Queste persone non erano diventate come dei computer o più intelligenti, al contrario la loro capacità di prendere decisioni corrette era compromessa dal loro deficit emotivo.
Fortunatamente alla guida dell’astronave Enterprise hanno messo l’umanissimo capitano Kirk. 🙂
Empatia: La colla sociale
La parola deriva dal greco “εμπαθεία” (empatéia, composta da en-, “dentro”, e pathos, “sofferenza o sentimento”) poi divenuta famosa con il termine empathy in inglese.
“L’empatia è un’abilità sociale ed emotiva che ci aiuta a sentire e comprendere le emozioni, le circostanze, le intenzioni, i pensieri e i bisogni degli altri, così che possiamo offrire comunicazione e supporto sensibile e appropriato.”
Può anche essere considerata una colla sociale ed emotiva che aiuta a creare e mantenere le relazioni. Empatizzare è un’abilità che a molte persone viene naturale ma, come molte altre abilità interpersonali, può anche essere allenata e sviluppata. Prova a pensare a delle situazioni in cui hai provato empatia per qualcuno o quando qualcuno ha empatizzato con te.
Pensa ad un bambino di 3 anni che vede piangere un altro bambino e per calmarlo gli offre il suo orsacchiotto. In età adulta è più complesso, magari bastasse regalare orsacchiotti 🙂
Ad esempio, immagina che un collega sia preoccupato per qualcosa al lavoro o per qualche evento sfortunato che sta passando a casa; la sua produttività precipiterà e le scadenze non saranno rispettate. Se sei empatico potresti provare a ridurre il suo carico di lavoro e offrirti di dargli una mano con il lavoro, cercare di dargli conforto ascoltandolo e consolandolo con parole rincuoranti.
Inoltre non è sufficiente fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi. Come disse George Bernard Shaw, le altre persone potrebbero avere gusti diversi dai nostri. Attraverso l’empatia potrai scoprire quali 🙂
Neuroni mirror. La scoperta scientifica del secolo
Perché i tifosi sportivi si sentono così coinvolti durante una partita? Perché quando guardiamo un film, come nell’esempio di inizio articolo, finiamo per partecipare emotivamente alle vicende del protagonista?
La risposta scientifica a questa domanda è stata trovata all’interno di quella scatola magica che è il cervello; dentro di esso esiste infatti un gruppo di neuroni battezzati neuroni mirror che “scaricano” sia quando un animale agisce sia quando l’animale osserva la stessa azione compiuta da un altro.
Quindi, questi neuroni “rispecchiano” il comportamento degli altri, come se l’osservatore stesse agendo lui stesso e ciò aiuta a comprendere meglio il comportamento altrui.
I neuroni mirror sono stati scoperti ad inizio anni ’90 un gruppo di ricercatori guidato da Giacomo Rizzolati e composto da Luciano Fadiga, Leonardo Fogassi, Vittorio Gallese e Giuseppe di Pellegrino.
A proposito di questa scoperta il neuroscienziato Ramachandran ha affermato: “I neuroni mirror saranno per la psicologia quello che il DNA è stato per la biologia.”
Perché l’empatia è importante?
L’empatia è un atto altruista che ci consente di imparare di più sulle altre persone e sulle relazioni con le persone, è una abilità altamente desiderabile e positiva per noi stessi, gli altri e la società. Essa aiuta a:
- Comprendere meglio i bisogni delle persone che ti circondano
- Capire in modo più chiaro la percezione che crei negli altri con le tue azioni e parole
- Comprendere i bisogni e i desideri dei tuoi clienti
- Essere capace di predire con accuratezza le azioni e le reazioni delle persone con cui interagisci
- Essere più incisivo nella comunicazione
- Troverai più facile affrontare la negatività degli altri se puoi comprendere meglio le loro paure e motivazioni.
- Sperimenterai il mondo ad alta risoluzione non percependolo solo attraverso il tuo punto di vista ma anche attraverso i punti di vista altrui
- Potrai essere un leader migliore, un collega migliore e cosa più importante un migliore amico
La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare. Carl Rogers
La piramide dell’empatia di Karla McLaren
Karla McLaren, autrice di “The Art of Empathy”, ha dedicato gran parte della sua vita alla creazione di una teoria unificata sulle emozioni attraverso il suo lavoro con i sopravvissuti da traumi dissociativi, la sua esperienza come persona iper-empatica e esaurienti ricerche in campo biologico e sociale.
Karla ha quindi sviluppato un modello unificato “Six Essential Aspects of Empathy” che evidenzia tutti i processi presenti nell’empatia rendendoli accessibili e facilmente comprensibili.
Secondo questo modello (che considero uno dei più completi) l’empatia è formata da 6 processi separati che sono dipendenti l’uno dall’altro, una sorta di piramide delle emozioni che va dalla capacita empatica più rudimentale a quella più elevata. Vediamo meglio quali sono.
1) Contagio emotivo.
Il fenomeno del contagio emotivo, per cui le emozioni possono diffondersi inconsciamente da una persona all’altra. Ridere quando gli altri ridono, essere tristi vedendo facce tristi intorno a te. Prima di provare empatia devi renderti conto che stai provando un’emozione.
Secondo molti studiosi il contagio emotivo è lo stadio più rudimentale dell’empatia perché consiste nello sperimentare le emozioni degli altri in modo automatico, istintivo ed inconscio, assorbendo come una spugna tutte le emozioni piacevoli e spiacevoli delle altre persone. Il rischio è di restare sopraffatto da tutte queste emozioni e in questo caso difficilmente potrai fornire agli altri il giusto supporto.
Se gli altri sono continuamente fonte di stress per te potrà risultarti difficile metterti nella loro prospettiva e la tua capacità di coinvolgerti potrà essere compromessa. Troppa empatia può essere difficile da gestire, infatti molte professioni di cura come counselor, insegnanti, infermieri, ecc devono imparare a ridurre il loro contagio emotivo per poter fare il loro lavoro.
Se questo è il tuo caso puoi imparare a focalizzarti su come aumentare la capacità di identificare e comprendere il tuo stato emotivo (consapevolezza emotiva) e come gestire le emozioni in generale.
2) Accuratezza empatica.
È la tua capacità di identificare e capire le emozioni, i pensieri e le intenzioni in te stesso e negli altri. È una capacità utilissima per le interazioni e richiede capacità di osservazione. Per sviluppare questa abilità clicca qui.
L’accuratezza empatica infatti si sviluppa nelle interazioni e la sua qualità dipende dalla tua consapevolezza emotiva e dalla tua capacità di saper gestire le tue emozioni.
Per comprendere il linguaggio delle emozioni è importante avere un ricco vocabolario emotivo per differenziare le emozioni e le loro intensità.
3) Regolazione emotiva.
Per essere empatico devi sviluppare la capacità di comprendere, regolare e lavorare con le tue emozioni e di esserne consapevole. Se sei in grado di identificare chiaramente e gestire le tue emozioni tenderai a cavartela bene in presenza di forti emozioni (tue e degli altri) piuttosto che essere sopraffatto o messo fuori gioco da loro.
Su IperMind ti ho già parlato di diverse tecniche di gestione emotiva.
Le emozioni sono gli strumenti dell’empatico ed è importante sapere come sfruttarle a proprio vantaggio invece di essere dominati da esse.
4) Cambio di prospettiva.
Questa capacità aiuta a mettersi nei panni degli altri, vedere le situazioni con i loro occhi, provare quello che sentono e comprendere i loro pensieri in modo da capire cosa potrebbero desiderare o di cosa potrebbero avere paura.
Quando ti metti nella prospettiva dell’altro spesso immagini le emozioni che potrebbe provare piuttosto che condividere direttamente queste emozioni con loro (contagio emotivo).
È un po’ come la distinzione che alcuni ricercatori fanno tra empatia emotiva (che consiste nel sentire la stessa emozione mentre qualcuno la prova) ed empatia cognitiva (la capacità di comprendere le emozioni degli altri senza condividerla direttamente).
Quando ti metti nei panni degli altri cerchi di comprendere cosa vorrebbero, e se la tua accuratezza empatica e regolazione emotiva sono forti sarai capace di comprendere i bisogni più profondi, le aspettative, le intenzioni e le paure che potrebbero essere diversi dai tuoi.
5) Preoccuparsi per gli altri.
L’empatia aiuta a entrare in connessione con gli altri, ma la qualità delle tue risposte dipende dalla tua capacità di prenderti cura degli altri. Quando condividi le emozioni con gli altri, identifichi con accuratezza le emozioni, sei capace a regolarle in te stesso e sai spostare il tuo punto di vista, la tua capacità di prenderti cura degli altri si manifesterà nella tua compassione.
Se ti preoccupi troppo degli altri potresti impiegare troppo tempo ed energie a focalizzarti sui bisogni degli altri, ignorando i tuoi. D’altra parte se ti preoccupi poco le tue relazioni potrebbero soffrirne perché le altre persone non sentirebbero il tuo interesse e potrebbero pensare che non ti preoccupi per loro.
Per le persone empatiche gli altri sono una fonte di fascino infinita, ma allo stesso tempo possono essere fonte di confusione, esasperazione, gioia, stress, ecc. E ciò può portare ad un burnout emotivo, le difese si abbassano i recettori del dolore emotivo sono iperattivi, la delicatezza viene messa fuori gioco ed è più facile prendersela con gli altri.
6) Coinvolgimento intuitivo.
Questa abilità ti consente di prendere decisioni intuitive basate sull’empatia e di rispondere, o agire (se necessario) in un modo che funzioni per gli altri. Il coinvolgimento intuitivo può essere considerata l’abilità più elevata a livello empatico perché oltre a combinare quelle descritte sinora, aggiunge la capacità di fare qualcosa di utile basandosi sulle proprie intuizioni.
Per concludere.
L’empatia non è soltanto la più avanzata e profonda abilità comunicativa che puoi sviluppare. L’empatia è anche il “calore” che c’è tra gli esseri umani, la forza che ci unisce e che ci fa crescere ed evolvere come società. Ora possiedi tanti ottimi motivi per svilupparla utilizzando le informazioni e le strategie presenti in questo articolo.
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P.S. La realizzazione di questo articolo ha richiesto circa 2 giorni, tempo che ho sottratto dal mio passatempo preferito: difendere la terra dalle minacce aliene:-) Se hai trovato l’articolo utile e vuoi ringraziarmi per il tempo che ti ho dedicato, condividilo utilizzando i pulsanti sottostanti.
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P.P.S. Per misurare il tuo quoziente empatico ho preparato un veloce questionario: “Quale personaggio di Star Trek sei?” Una volta fatto scrivi qui sotto nei commenti il tuo profilo! Clicca qui per fare il test.
A presto
Babbo natale esiste(dico davvero) ma a parte questo io sono così empatico che ho empatia persino del cibo e degli oggetti
Ciao Danny, io Kirk ma sapevo..emozioni e non solo. Ciaooo
Io sono super empatico, entro in risonanza anche in un gruppo, però devo continuamente lavorare dopo per recuperare l’energia che ho dato e che mi hanno rubato. I vampiri esistono! Si nutrono della nostra energia. Io ci impiego un po’ a ripulirvi.. sapete dirmi qualche tecnica funzionale? Per un povero empatico come me? Io sono felicissimo quando incontro energia pulita o sono solo o con la mia compagna. Ma certi poveracci si nutrono della tua energia, non ne hanno colpa. toludaniele75@gmail.com
ciao Danny io sono Il capitano Kirk e non avevo dubbi….sento il male anche delle mosche schiacciate….purtroppo
Ci indici qualche testo da leggete che ci aiuti a sviluppare l’empatia. Grazie mille
buon articolo.. essenziale e ben scritto.
Utile!
Troppa non va bene !!!
Grazie per l’apprezzamento Nadia
Ottimo articolo per spiegare un sentimento anzi uno stato d’animo e ancora di più la capacità di immedesimarsi con chiunque hai a che fare tutti i giorni…è spiegato in modo tecnicamente buono e semplice mi è piaciuto
Complimenti per il post Danny! Apprezzo molto chi si sforza di pubblicare contenuti originali ed approfonditi. Devo dire che l’empatia è sempre stato un tema molto caro per me, e tu mi hai dato degli ottimi spunti di riflessione. Grazie!
Grazie a te Enrico, sono contento che ti abbia dato qualche spunto!
Ciao Danny, innanzitutto complimenti per l’esauriente articolo, non avevo mai letto niente di comparabile su questo argomento. Dal test risulto super empatica e non me ne stupisco considerando con quale facilità mi commuovo in alcuni film 🙂
Ciao Sara, nessun problema, è sufficiente avere una bella scorta di fazzolettini quando guardi un film 🙂 Grazie per l’apprezzamento.