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In questo articolo scoprirai come credere in se stessi
Passi molto tempo a preoccuparti di cosa gli altri pensano di te? Ti capita spesso di abbandonare i tuoi obiettivi al primo ostacolo? C’è una vocina negativa che vive nella tua testa e ti racconta che non puoi farcela, che non vali abbastanza o che non sei poi tanto interessante?
Se la risposta a una o più di queste domande è positiva oppure semplicemente vuoi aumentare la tua fiducia personale, questo è l’articolo che fa per te.
Credere in se stessi è un altro modo per dire avere fiducia in se stessi o possedere una sana autostima. Argomenti a cui ho già riservato alcuni articoli in passato.
Come credere in se stessi? Per rispondere a questa domanda voglio utilizzare una storia tratta da un libro di Alejandro Jodorowsky, poeta e regista cileno naturalizzato francese. Il libro si chiama “La risposta è la domanda”.
Quante volte aspetti che siano le parole degli altri a dare valore a quello che hai realizzato (magari con impegno e sacrificio)? Quante volte lasci che il tuo “quadro” venga etichettato come “di scarso valore”?
Molte volte quel quadro sei tu. Tu con i tuoi sogni, i tuoi valori, le tue capacità e opinioni. E nessuno si prende la briga di difenderti. Nemmeno la persona che avrebbe più interesse a farlo: te stessa 🙂
Chi crede poco in se stesso spesso abbandona la strada dei sogni senza mai neanche averla imboccata. Rinuncia al lavoro perfetto, alla relazione ideale, allo stile di vita che desidera. O molto più banalmente rinuncia a stringere nuove amicizie, a coltivare nuove passioni e a stare bene con se stesso.
E l’aspetto peggiore di questo è che nessuno lo obbliga a farlo 🙂
Il giovane pittore possiede due caratteristiche di un atteggiamento mentale positivo che lo aiuteranno a sfondare e realizzarsi attraverso la sua arte. Quali sono? Le hai notate?
Persevera.
Il pittore infatti non si arrende e nonostante i suoi sforzi iniziali siano nulli e il maestro gli risponda negativamente, lui continua a dipingere convinto delle sue qualità. Però il pittore come molti artisti è insicuro… e chiede conferma al suo maestro, a una persona che per lui rappresenta la sua guida, il suo mentore.
Forse anche tu ne hai uno… qualcuno che stimi e la cui parola può pesare molto sulle tue decisioni. A volte può essere un genitore, un maestro, un amico, un collega o anche il proprio partner.
Purtroppo non sempre le persone a cui attribuiamo, più o meno consapevolmente, il ruolo di mentore possiedono la saggezza del maestro della storia.
Questo significa che è importante ponderare bene osservazioni e critiche che provengono anche da persone a noi molto vicine ma che, anche se in buona fede, potrebbero non fare il nostro interesse.
Cos’è che fa fare il salto al pittore? Era già determinato come un pompiere a realizzare la sua opera d’arte, la costanza e l’impegno non gli mancavano eppure falliva.
Credici.
Quando trova la forza di difendere la sua creazione e con lei il suo duro impegno e lavoro, quando decide di crederci fino in fondo e ne riconosce il valore. A questo punto questo pittore ha davvero molte chance di poter sfondare e realizzarsi nel campo dell’arte.
La differenza tra una persona che realizza un suo sogno e una che vive alla giornata spesso non la fanno le idee, non la fanno nemmeno le competenze (sebbene siano importantissime). La differenza la fa: sognare, credere e lottare.
Chi ha avuto successo spesso ci ha solo creduto di più, ci ha provato di più e ha lottato per ciò in cui credeva.
Gli artisti che ci hanno regalato grandi opere d’arte come Van Gogh, Monet e Edgar Allan Poe non erano creature mitologiche con tre teste e le ali, ma persone come te. Certo avevano delle doti artistiche, ma probabilmente oggi non avremmo opere come “Notte stellata” se non avessero creduto in se stessi e si fossero fidati delle parole degli altri.
Infatti, i tre artisti che ho citato non sono stati apprezzati dai loro contemporanei e nonostante ciò hanno continuato a scrivere e a dipingere.
Van Gogh. Il genio incompreso
Alcuni grandi artisti come Leonardo, Picasso, Andy Warhol sono stati apprezzati in vita, Van Gogh no. Nonostante questo durante la sua vita ha realizzato qualcosa come 864 dipinti e 1000 disegni. E all’epoca non veniva neanche considerato un pittore 🙂
Delle quasi 2000 opere d’arte che realizzò ne vendette solo due quando era in vita ed era il fratello Theo che doveva provvedere alle sue spese. “I miei quadri non hanno valore e mi costano invece delle spese straordinarie” (Van Gogh, 1889)
Come molti geni, le sue idee erano così all’avanguardia e innovatrici rispetto ai tempi che i suoi contemporanei non erano in grado di comprenderle.
Oggi, i suoi sono tra i dipinti più apprezzati e costosi al mondo. Quale fu il suo segreto? Come fece a continuare a dipingere nonostante nessuno lo apprezzasse e comprasse i suoi quadri?
Van Gogh aveva una passione viscerale per la pittura tanto da scrivere al fratello:“Theo, sono molto felice quando dipingo e posso dirlo dopo non aver fatto altro nell’ultimo anno. (…) Non pensi che dovrei seguire questa passione?”.
E amava i suoi quadri come fossero suoi figli, frase che confessò al fratello in una delle ultime lettere che gli scrisse.
Come fare quindi per non lasciarsi scoraggiare da un atteggiamento mentale pessimista e cominciare a credere in se stessi?
Il primo passo per costruire il tuo valore consiste nello smettere di ascoltare le parole degli altri, se queste tendono ad abbattere e non a costruire. Non ascoltare nemmeno le tue, se a pronunciarle è il tuo “simpatico” criticone interiore 🙂
Il criticone interiore è infatti come un odioso coach nella tua mente che si lamenta continuamente con pensieri distruttivi su te stesso e sugli altri. La sua missione è minare il tuo valore e portare a comportamenti auto-distruttivi che ti fanno sentire ancora peggio con te stesso.
La dottoressa Lisa Firestone ha spiegato con queste parole il criticone interiore:
“tutti abbiamo una voce interna criticona, che agisce come un crudele allenatore dentro la nostra mente e che ci dice che siamo senza valore o non meritevoli di amore e felicità. Questo coach si è formato attraverso dolorose esperienze infantili e atteggiamenti critici ai quali siamo stati esposti nei primi anni di vita oltre ai sentimenti che i tuoi genitori avevano su se stessi.
Questi atteggiamenti possono lasciare ferite e nel tempo possono radicarsi in noi. Come adulti, possiamo avere difficoltà a vederli come nemici, finendo invece per accettare il loro distruttivo punto di vista su di noi.”
Alcune domande esplora-valore
Ti ho già parlato del potere delle domande e dell’importanza che hanno nell’orientare la tua mente nella giusta direzione. In un lavoro sull’autostima sono fondamentali.
Quali domande sei solito farti?
Che tu ci creda o no, il tipo di domande che ti fai contribuisce determinare il tipo di vita che vivi. Questo perché le domande sollecitano le risposte, e di conseguenza le azioni che a loro volta portano a dei risultati. Se ti fai domande limitanti avrai risultati limitanti. Se ti fai delle domande migliori invece potresti ottenere risultati migliori 🙂
Ecco alcune domande esplora-valore che puoi farti ogni giorno per motivarti e migliorare la tua fiducia in te stesso.
Cosa faccio quando mi sento felice? Quando mi sento utile? Quando sento che le cose che creo sono utili? Cosa mi piace di me stesso? Che cosa mi fa sentire competente e di successo?
Per concludere
Non solo credere in se stessi è necessario per sentirsi bene ma è anche una capacità base per avere buone relazioni e realizzarsi pienamente nella vita.
Credo che dopo il cibo che finisce nei cassonetti, il talento sia una delle cose più sprecate al mondo 🙂 La storia è piena di canzoni, romanzi, disegni, opere e costruzioni che non hanno mai visto la luce. Non per ostacoli presenti nella realtà esterna, ma semplicemente perché la persona che avrebbe potuto realizzarli non credeva nella sue capacità oppure non è stata capace di riconoscere il proprio talento e valorizzarlo.
Insomma a coltivare un atteggiamento disfattista nei propri confronti non solo si fa un torto a se stessi, ma in qualche modo si impoverisce anche il mondo nel quale viviamo 🙂 Anche dentro te potrebbe quindi nascondersi un talento che per mostrarsi al mondo richiede semplicemente il permesso di una persona; il tuo.
Cosa ne pensi della storia del pittore e di questo articolo? Se hai qualche spunto o riflessione condividila qui sotto:-)
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P.S. La realizzazione di questo articolo ha richiesto circa 2 giorni, tempo che ho sottratto dal mio passatempo preferito: difendere la terra dalle minacce aliene:-) Se hai trovato l’articolo utile e vuoi ringraziarmi per il tempo che ti ho dedicato, condividilo utilizzando i pulsanti sottostanti.
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A presto
Grazie per i consigli, i suggerimenti e gli stimoli che fornisci gratuitamente e che aiutano a riflettere su se stessi cercando di migliorarsi… mi impegnero’ per diventare la migliore amica di me stessa! 😉
grazie di cuore, purtroppo ho vissuto solo ultimamente un rapporto disfattista che mi ha demolito quelle poche qualità in cui credevo di me stessa, hanno logorato la mia già fragile autostima, nonostante sapessero che sono depressa e soffro di distimia continuavano a umiliarmi descrivendomi come una persona malvagia. Ora risalire è molto difficile.
Ciao Mario, grazie.
Ciao Roberto, esattamente così:-)
Ciao Bruna, grazie.
Adoro la storia del pittore e del vecchio, grazie mille!
Alex
Stupenda riflessione, i primi che si sabotano siamo noi, basterebbe solo credere di più in cio ceh siamo, perosne con un’anima che potrebbe migliorare sempre di più il pianeta partendo dalle piccole cose…
Ciao Beatrice, grazie per la tua considerazione.
Ciao Danny, come fai a sfornare sempre ottimi articoli? L’argomento Talento mi sta a cuore perché sono convinto che tutti abbiamo in noi il “seme del talento”. Rinunciamo troppo presto ai nostri sogni convinti che il talento sia una prerogativa di pochi fortunati. Tutto ruota invece intorno alla capacità di far germogliare questo seme. In che modo? Con l’allenamento, la determinazione, la perseveranza e l’ardente desiderio di raggiungere certi obiettivi. Sta a noi decidere se farlo germogliare e crescere fino a farlo diventare un albero robusto, oppure… … oppure possiamo tranquillamente non decidere niente, rimanendo così persone “senza talento”. La… Continua »
Ciao Marco, grazie, quando li scrivo cerco di pensare agli ottimi lettori 🙂 Condivido i tuoi pensieri sul talento. In effetti anche il coraggio e la perseveranza delle persone “senza talento” che nella storia hanno fatto cose straordinarie possono essere considerati dei “talenti”:)
Grazie
Bellissimo esempio grazie
mi è piaciuto come hai spiegato la storia del pittore io per non aver creduto in me stesso e alle mie potenzialità ho rinunciato a rifare un esame che probabilmente di esito positivo mi avrebbe migliorato la vita .Beh pazienza adesso l’ho capito.
Ciao Mario, grazie.
a me sembra che tutti questi coach in pratica ti vogliono spronare a far soldi
La storia di Van Gogh è molto bella. Non la conoscevo. Da quello che ho capito, lui dipingeva per sé stesso, perché gli piaceva farlo e non per gli altri. Non cercava il consenso degli altri. Il suo stimolo era il dipingere in sé e non la fama. La passione nel fare una cosa perché ci piace farla. Il problema quindi si pone quando la nostra autostima dipende dall’opinione degli altri.
Ciao Roberto, esattamente così:-)
“The butterfly circus”… uno dei corti più belli che abbia mai visto…Grazie Candi Da per averlo condiviso 🙂
Molto profondo ciò che hai scritto grazie
Ciao Bruna, grazie.
Sí lo trovo giusto e frequente
Candi Da innanzitutto grazie per la risposta e devo dire che mi colpisce molto la sua frase (i disabili e ti assicuro che passano la loro vita a trovare escamotage e a trasformare la propria disabilità in handicap)! Questo significa chenon ne escono da questo giro vizioso perche’ in italia disabile e handicap sono piu’ o meno la stessa cosa per cui si rimane sempre allo stato iniziale…so’ perfettamente che i disabili si ingegnano e trovano escamotage ma se poi li guardi dentro e li fai parlare sono un fiume di parole sulla loro condizione di disagio soprattutto ad essere… Continua »
Consiglio a tutti questo video https://www.youtube.com/watch?v=EFmSB4dLbOs
Io lavoro con i disabili e ti assicuro che passano la loro vita a trovare escamotage e a trasformare la propria disabilità in handicap, come facciamo anche noi a volte, l’unica differenza è che nella maggiorparte dei casi i loro comportamenti vengono avallati. Per colpa di un comportamento analogo a quello che ti ho indicato un bambino sordo, in otto anni, non ha spiaccicato una parola e a scuola ha fatto i propri comodi. In quest’anno scolastico passato, questo bambino è stato affidato a me e a una mia collega. Il bambino segue le regole della classe comunica in LIS… Continua »
sai, i tuoi articoli compreso questo sono belli e ne faccio tesoro ma quando cerco di trasmetterli ai disabili mi rispondono che per tutti sono validi tranne che per loro in quanto bisogna prima vivere la disabilita’ e poi pensare a queste cose e mi spiazzano…
Io lavoro con i disabili e ti assicuro che passano la loro vita a trovare escamotage e a trasformare la propria disabilità in handicap, come facciamo anche noi a volte, l’unica differenza è che nella maggiorparte dei casi i loro comportamenti vengono avallati. Per colpa di un comportamento analogo a quello che ti ho indicato un bambino sordo, in otto anni, non ha spiaccicato una parola e a scuola ha fatto i propri comodi. In quest’anno scolastico passato, questo bambino è stato affidato a me e a una mia collega. Il bambino segue le regole della classe comunica in LIS… Continua »
Consiglio a tutti questo video https://www.youtube.com/watch?v=EFmSB4dLbOs
Candi Da innanzitutto grazie per la risposta e devo dire che mi colpisce molto la sua frase (i disabili e ti assicuro che passano la loro vita a trovare escamotage e a trasformare la propria disabilità in handicap)! Questo significa chenon ne escono da questo giro vizioso perche’ in italia disabile e handicap sono piu’ o meno la stessa cosa per cui si rimane sempre allo stato iniziale…so’ perfettamente che i disabili si ingegnano e trovano escamotage ma se poi li guardi dentro e li fai parlare sono un fiume di parole sulla loro condizione di disagio soprattutto ad essere… Continua »
“The butterfly circus”… uno dei corti più belli che abbia mai visto…Grazie Candi Da per averlo condiviso 🙂
Grazie Antonella 🙂
Grazie Robert.
Ciao Romina, grazie per l’apprezzamento. Credo che in molti si possano rispecchiare nella tua situazione. La buona notizia è che a differenza di tanti, dal momento che segui Ipermind, tu sei consapevole di avere questa limitazione e sai che ci sono strumenti e risorse per eliminarla. Lo spietato censore interno non ha nessun potere oltre a quello che tu gli concedi con la tua attenzione e ascolto. Ricorda questo concetto perché è importante. Approfondirò sicuramente la tematica in futuro. Per il momento ti consiglio, se non l’avessi già fatto, di leggere gli articoli presenti nella categoria autostima. Troverai in essi… Continua »
che dire…..inconfutabile verità.
grazie e complimenti per aiutarci a diventare migliori.
Ciao Mauro, grazie per l’apprezzamento.
Bell’articolo, purtroppo anche io cerco spesso l’approvazione, non essendo mai pienamente sicuro se sto facendo bene o male…forse si dovrebbe amare a prescindere quello che creiamo, anche quando quella cosa è oggettivamente brutta(se è possibile essere oggettivi).
Ma quindi la voce critica interiore dipende sempre da brutte esperienze vissute da bambini?
Ciao Agnusogi, secondo me è importante prima di tutto amare noi stessi per ciò che siamo piuttosto che per ciò che facciamo. Una volta che questa condizione è rispettata anche il rapporto con ciò che creiamo cambia nel modo più appropriato.
Per quello che riguarda la voce critica interiore, non dipende solo da brutte esperienze vissute da bambini ma è influenzata anche da queste.
Ciao Danny, difficile quello che dici, bisognerebbe cambiare proprio il modo di vedere le cose, eliminare aspettative, e smettere di ascoltare chi ci va contro, dimenticato niente? ;D La storia del pittore comunque è carina, mi ci ritrovo troppo…forse, riflettendo sulla tua risposta, mi viene da pensare che dovremmo ritrovare quello serenità di quando si è bambini, fai quello che ti va e non ti importa del risultato, lo fai perché ti diverte. Deve essere bello essere contenti anche quando abbiamo fatto schifo… lessi un rticolo tempo fa in un blog di disegno, se può interessare lo posso linkare in… Continua »
Ciao Danny! Bellissimo articolo per me!
Soprattutto la parte “Come fare quindi per non lasciarsi scoraggiare da un atteggiamento mentale pessimista e cominciare a credere in se stessi”
Da un anno mi sono interessato alla crescita personale qualche consiglio per eliminare il criticone interiore?? Che libri mi consigli? Tolle, Anthony Robbins, Zen o chi?
Penso che sia uno dei miei problemi maggiori che non riesco a superare.
Grazie della risposta mi sarà di grandissimo aiuto!
Un abbraccio:)
Ciao Aronne, solo nel campo della Pnl ci sono almeno 4-5 tecniche specifiche per intervenire sul dialogo interno. Visto che l’hai citato ti consiglio però il Potere di Adesso di Tolle. Se “compreso” e praticato è molto più profondo e potente.
Grazie mille!!
Just in case e se nn lo comprendo? Sono una persona un po pragmatica so che Tolle è un po poeta. Io sono un po più schematico
Grazie
Si, ho fatto quella precisazione perché Tolle tende alla poesia, e se questo aggiunge profondità e bellezza alle sue parole, queste possono risultare poco concrete e astratte a chi processa le informazioni in un modo più pragmatico. In italiano potresti leggere i libri di Jon Kabat-Zinn che trasmettono concetti simili in modo più scientifico.
Oppure utilizzare il metodo Bandler: “My mantra for silencing inner dialogue is simple: ‘shut the fuck up, shut the fuck up, shut the fuck up’.”
‘shut the fuck up”. Non ho tradotto la frase ma si dovrebbe capire 🙂
Danny, davvero bello e toccante, questo tuo articolo… Da tempo mi dedico alla mia arte (disegno e pittura) a tempo pieno, ma l’insicurezza è un grosso impedimento, che mi rallenta e mi impedisce persino di essere felice mentre faccio ciò che più amo al mondo. L’unica ancora, l’unico punto fermo e indiscutibile della mia vita, la passione che mi porto dentro fin dall’asilo è diventata un terreno di continue lotte interiori, dalle quali esco sempre sconfitta… dal mio spietato censore interiore. Eppure la gente apprezza i miei lavori… espongo in collettive e ricevo moltissimi complimenti… La mia famiglia mi sostiene… Continua »
Ciao Romina, grazie per l’apprezzamento. Credo che in molti si possano rispecchiare nella tua situazione. La buona notizia è che a differenza di tanti, dal momento che segui Ipermind, tu sei consapevole di avere questa limitazione e sai che ci sono strumenti e risorse per eliminarla. Lo spietato censore interno non ha nessun potere oltre a quello che tu gli concedi con la tua attenzione e ascolto. Ricorda questo concetto perché è importante. Approfondirò sicuramente la tematica in futuro. Per il momento ti consiglio, se non l’avessi già fatto, di leggere gli articoli presenti nella categoria autostima. Troverai in essi… Continua »
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ti abbraccio. maria
Abbraccio ricambiato Maria 🙂
ottimo articolo come sempre
Grazie Robert.
Ottimo articolo! Grazie!
Grazie Antonella 🙂
ciao Danny, ed anche questo articolo andrà a far parte del raccoglitore sul mio comodino… Complimenti
cogli sempre nel segno… Grazie 🙂
un caro saluto, Chiara
Ciao Chiara, grazie per il raccoglitore 🙂
Ho letto l’articolo con attenzione e trasporto.
Condivido tali parole di saggezza.
Un abbraccio
Ciao Stefania, grazie.
Bellissima la storia del pittore…questo articolo offre davvero dei begli spunti di riflessione.Grazie Danny, sei bravissimo
Ciao Maria Luisa, sono contento che ti sia piaciuta.